Agli studenti di Storia
perché non trascurino la Geografia
facendosi ingannare
da chi la vuole falsificare
Ad Alpes
26 settembre 2025
Il sesto paragrafo dal saggio:
Confini naturali e confini politici
per la Venezia Giulia e per la Dalmazia
nelle trattative
tra il Regno d’Italia, la Triplice Alleanza, l’Intesa, e l’Associato
(1914 – 1920)
6-L’obiettivo dei confini naturali nel Patto di Londra
L’ottenimento dei suoi confini naturali determina fortemente l’ingresso dell’Italia in guerra a fianco dell’Intesa.
Col Memorandum presentato a Francia, Gran Bretagna e Russia, e da queste accettato con il Patto (Accordo) di Londra del 26 aprile 1915, ottiene l’impegno che le vengano ceduti, a vittoria ottenuta, i territori utili al raggiungimento dei suoi confini naturali a nord, a nord est, e parzialmente a sud est.
Vengono perseguiti i confini naturali a nord, con l’articolo 4 del Memorandum, che assegna all’Italia il Trentino Alto Adige entro lo spartiacque delle Alpi Retiche (la cosiddetta frontiera del Brennero), delle Noriche Occidentali, delle Pusteresi e delle Dolomitiche, escludendo di conseguenza la Valle di Dobbiaco.
Vengono perseguiti i confini naturali a nord est, sempre con l’articolo 4, che assegna all’Italia lo spartiacque delle Alpi Giulie, per il Passo di Predil, il Monte Mangart, il Monte Tricorno, i passi di Piedicolle, Circhina e Idria, fino al Monte Nevoso, escludendo di conseguenza la valle di Tarvisio.
Viene invece perseguito a sud est con l’ultima parte dell’articolo quattro un confine politico, visto che indica una linea che dal Monte Nevoso al mare comprende l’Istria senza Fiume, le isole quarnerine di Cherso e Lussino con le altre quarnerine minori intorno ma non Veglia, ed esclude parte del territorio giuliano orientale in quanto non raggiunge la Depressione delle Conche, che costituisce una prima linea di confine naturale possibile tra l’Italia e la nazione straniera confinante.
Viene perseguito parzialmente il confine naturale a sud est con l’articolo 5 del Memorandum, che assegna all’Italia una parte della Dalmazia includente le città di Zara e Sebenico, le isole di Pago, Lunga e Incoronata; sempre a est ma ancora più a sud una linea di confine includente le isole di Lissa, Lesina, Curzola, Lagostane, e Méleda; in mezzo all’Adriatico, tra le Isole Lagostane e il promontorio del Gargano, l’Arcipelago di Pelagosa.
Articolo 5 che, usando un guazzabuglio inestricabile di termini geografici e amministrativi, è volto anche ad ottenere la sicurezza militare in Adriatico.
Sicurezza militare da ottenersi mediante la sovranità su una parte di Dalmazia costiera e insulare come scritto, ma anche con la neutralizzazione di un’altra parte; per non nutrire dubbi su questo intento dell’articolo, si rilegga là dove sostiene che dovranno essere neutrali “… tutte le isole non assegnate all’Italia.”
Si sottolinea che sia la Triplice Alleanza che l’Intesa promettono dei territori a guerra conclusa.
I territori promessi dalla Triplice Alleanza sono limitati entro il Valico di Salorno (circa 6.500 kmq), mentre i territori promessi dall’Intesa sono costituiti dai circa 13.800 kmq del Trentino Alto Adige insieme ai circa 8.500 kmq della Venezia Giulia e ai circa 6.300 kmq della Dalmazia, corrispondenti a un totale di circa 28.800 kmq. L’Intesa cioè promette oltre il quadruplo dei territori promessi dalla Triplice Alleanza: questa è la discriminante a favore dell’Intesa. La Triplice Alleanza offre invece solo i territori di cui sopra ma, al contrario dell’Intesa, senza ulteriore dispendio di vite umane italiane rispetto a quelle dei combattenti austroungarici di nazionalità italiana, e senza impiego di risorse economiche: questa è la discriminante a favore della Triplice Alleanza.
Le trattative di Versailles del dopoguerra ci avrebbero però edotto sulla differenza fondamentale che passa tra un’acquisizione immediata di un territorio e quella promessa; si confrontino i kmq promessi con quelli ottenuti con i trattati, kmq ottenuti che vengono riportati da Umberto Ademollo anche se conteggiati senza la superficie dell’Arcipelago di Pelagosa (11).
(11) U. Ademollo, Stati d’Europa e dell’Estremo Oriente pag. 25, Milano, 1938, Consociazione turistica
Italiana.
P.S. Ai paragrafi precedentemente impaginati e a questo ne seguiranno altri, ciascuno dei quali potrà essere riprodotto a titolo gratuito in qualsiasi forma, cartacea o non cartacea, alla sola condizione di indicarne la fonte: OBLO’ – www.claudiosusmel.it
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