Ai rappresentanti italiani all’O.N.U.
perché ricordino agli Alleati
il dovere comune di difendere
il patrimonio artistico nazionale italiano
non facendosi ingannare
dai falsificatori della Geografia e della Storia
Ad Alpes
13 novembre 2025
Il tredicesimo paragrafo dal saggio:
Confini naturali e confini politici
per la Venezia Giulia e per la Dalmazia
nelle trattative
tra il Regno d’Italia, la Triplice Alleanza, l’Intesa, e l’Associato
(1914 – 1920)
13 – La crisi tra l’Italia e gli Stati Uniti e ulteriori proposte per i confini
La crisi tra l’Italia e gli Alleati, soprattutto tra l’Italia e l’Associato, raggiunge la massima asprezza nell’aprile del 1918, quando il 23 Wilson si rivolge direttamente agli italiani con un suo messaggio determinando il 26 l’abbandono per protesta dei nostri diplomatici dal tavolo delle trattative, indotti a questa decisione da un calcolo errato del proprio peso politico, sebbene motivati dal voler verificare la persistenza di un’opinione pubblica italiana favorevole alle richieste da loro sostenute alla Conferenza nonostante il messaggio wilsoniano.
Essendo la Delegazione italiana ritornata a Parigi il 7 maggio, nella riunione del 26 maggio Orlando ribadirà di dover “[…] cercare un principio differente da quello etnografico; e cioè […] la linea alpina […] la linea naturale, la linea strategica per la difesa d’Italia” (28).
Marescotti riporta alla data del 27 maggio che “[…] Tardieu [Andrè, collaboratore di Clemenceau], in contatto con gli italiani, lavora sino a tarda notte per cercare uno schema di soluzione italo – jugoslava [… e riporta alla data del 28 maggio che …] Lloyd George presenta due foglietti di base di accordo. Essi costituiscono la proposta Tardieu: [… che propone per Fiume] uno Stato indipendente sotto la sovranità della Lega delle Nazioni con la frontiera seguente: all’ovest, a partire da Volosca, la linea suggerita dai delegati americani, fino a nord-ovest di San Pietro; al nord, [la linea] da questo punto fino al Monte Nevoso; all’est, la linea richiesta nel promemoria italiano [Memorandum Barzilai del 7 febbraio 1919]”(29). La proposta Tardieu propone uno Stato che comprenderà nel golfo del Quarnaro l’isola di Veglia sul territorio del quale si terrà un plebiscito dopo 15 anni. “Abbandono agli Jugoslavi di tutta la Dalmazia [costiera], meno Zara e Sebenico […] Tutte le isole del Trattato di Londra [andranno] all’Italia, meno Pago […]” (29a).
Il piano Tardieu non verrà approvato.
Il 7 giugno 1919 Wilson propone, anche a nome degli Alleati, un memorandum che verrà respinto dalla Delegazione italiana poco prima che Orlando e Sonnino vengano sostituiti da Nitti e Tittoni. Scrive Paolo Alatri che il progetto prevedeva un “[… libero Stato … che avrebbe seguito la seconda] linea “americana” [… da …] nord di Kirkheim [… fino a …] Fianona [lasciando quindi il territorio di Albona all’Italia] nella penisola istriana, di dove scenderebbe al mare […] verso il sud dell’isola di Cherso e di lì verso il nord intorno all’isola di Veglia, per toccare la terra ferma […] all’ovest della baia di Buccari, e di lì rivolgendosi verso nord e nord-est verso il Monte Risniak. Da quel punto continuerebbe verso nord- ovest per raggiungere la linea “di Londra” giungendo all’est di Adelsberg [Postumia] e Zirknitz e poscia sempre verso il nord-ovest lungo la linea “di Londra” sino al punto iniziale]”(29b).
Alatri riporta anche i rilievi al memorandum alleato fatti da Vittorio Emanuele Orlando: “Wilson consentiva il confine italiano a punta Fianona, [intende dire che migliora rispetto alla prima linea Wilson che lo voleva al Canale dell’Arsa, situato più a ovest, ma] seguendo la linea del Monte Maggiore; creava lo stato intermedio, non da Volosca, come nel progetto Tardieu, e, quindi, senza più la continuità fisica dell’Italia con Fiume, […] consentiva il plebiscito non per zone ma globale, ci dava le essenziali isole strategiche [… il] gruppo di Lussin […] l’Isola Grossa col dedalo delle isole fra Zara e Sebenico […] Lissa […] e infine di Zara faceva una città libera, ma affidandone all’Italia ogni rapporto con l’estero”(29b). Si rilevi che il Memorandum alleato prevedeva un plebiscito da tenersi per l’intero Stato libero, e non per zone, che con probabile certezza avrebbe visto prevalere la volontà della maggioranza etnica slava.
Va registrata, nel contesto delle trattative la “[…] consegna delle Condizioni di Pace agli Austriaci […] verificatasi il 2 giugno [… con] la clausola che assegnava all’Italia la linea delle Alpi: la frontiera del Brennero e la cima più settentrionale, recante il nome di “Vetta d’Italia” […]”(30).
Ancora Alatri scrive di quello che possiamo chiamare il “Progetto Tittoni”, consistente in un insieme di conversazioni: “Così il 13 agosto Tittoni discusse confidenzialmente con Clemenceau, Tardieu, Pichon, Balfour, e Polk le proposte italiane per la soluzione del problema adriatico. Esse prevedevano: Fiume col suo hinterland e Veglia in uno Stato libero sotto la protezione della Lega delle Nazioni; la Dalmazia, meno Zara, alla Jugoslavia; la linea ferroviaria Vienna – Trieste posta fuori dal territorio jugoslavo mediante una lieve modificazione della “linea Wilson”; un’analoga rettifica di tale linea in direzione di Assling, senza per altro includere la città in territorio italiano; neutralizzazione dell’Istria orientale con Cherso e Lussin, ambedue all’Italia […] Salvo ciò che risulterà da ulteriori discussioni, l’isola di Uglian prospiciente Zara e le isole di Cherso, Lussin e Lissa dovrebbero essere italiane e le altre slave […]”(31).
Come sia andata a finire se ne ha poi traccia in Badoglio, che a D’Annunzio, per fargli abbandonare l’occupazione di Fiume iniziata il 12 settembre del 1919, caldeggia il progetto “[…] dello stato-cuscinetto proposto al Congresso di Parigi da S. E. Tittoni [… salvo poi scrivere che …] nella stessa sera del giorno 26 [ottobre 1919], mi giunse un telegramma dell’on. Nitti nel quale mi informava che il governo americano [intende: statunitense] aveva data risposta completamente negativa al progetto Tittoni […]” (32).
(28) L. Aldovrandi Marescotti, Guerra D. cit. pag. 421.
(29) L. Aldovrandi Marescotti, Guerra D. cit. pagg. 430/431.
(29a) L. Aldovrandi Marescotti, Guerra D. cit. pag. 431.
(29b) P. Alatri, Nitti D’A. cit. pag. 36.
(30)L. Aldovrandi Marescotti, Guerra D. cit. pag. 289.
(31) P. Alatri, Nitti D’A. cit. pagg. 127/128.
(32) P. Badoglio, Rivelazioni cit. pagg. 71, 93.
P.S. Ai paragrafi precedentemente impaginati e a questo ne seguiranno altri, ciascuno dei quali potrà essere riprodotto a titolo gratuito in qualsiasi forma, cartacea o non cartacea, alla sola condizione di indicarne la fonte: OBLO’ – www.claudiosusmel.it
“Leva civile e militare obbligatoria in Italia” Claudio Susmel
1924 – 2025
Centounesimo anniversario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis