24 maggio 1915

L’Italia inizia la sua
Quinta Guerra d’Indipendenza

Ad fratres a Patria distractos

Transazione avara, tra le rivendicazioni italiane di territori geograficamente propri ma politicamente amministrati dall’Austria – Ungheria e l’esigenza di tutelare l’integrità dell’Impero da parte di quest’ultima, è quella che l’Austria – Ungheria, dopo avere dichiarato guerra alla Serbia, propone all’Italia negli anni 1914 e 1915 perché resti neutrale.
Azione diplomatica tardiva, visto che l’Italia sarebbe entrata in guerra il 24 maggio 1915, avendo stipulato il 26 aprile dello stesso anno con Francia Inghilterra e Russia quel Patto di Londra che la obbligava alla belligeranza entro il maggio seguente.

Le insoddisfazioni italiane erano progressivamente cresciute da quando era stato firmato il Patto della Triplice Alleanza (20 maggio 1882) che aveva legato l’Italia all’Austria – Ungheria e alla Germania, in particolare per il processo di snazionalizzazione dell’identità italiana operato dall’Austria – Ungheria nei territori rivieraschi orientali dell’Adriatico.
Pur immaginando facilmente che in occasione della imminente guerra siano stati sottaciuti gli aspetti produttivi che quel patto aveva avuto per l’Italia, è interessante notare la mutevolezza degli stati d’animo dei singoli protagonisti della politica e della situazione internazionale, rilevando infine le richieste italiane di revisione di confine con l’Austria – Ungheria, contrattualmente legittimate proprio dal Patto della Triplice Alleanza che prevedeva “ … il diritto a compensi fra gli Alleati in caso di occupazioni temporanee o permanenti nella regione dei Balcani …”.
Le trattative tra Italia e Austria durarono per mesi, con colloqui che manifestarono chiaramente l’insoddisfazione dell’Italia per lo stato di cose creatosi dopo la dichiarazione di guerra dell’Austria – Ungheria alla Serbia.
L’Italia denunciò la Triplice Alleanza della quale faceva parte, non avendo ritenuto soddisfacenti le offerte ricevute dall’Austria – Ungheria per indurla a non scendere in campo a fianco dell’Intesa, mentre col Memorandum presentato a Francia, Gran Bretagna e Russia, e da queste accettato col Patto di Londra del 26 aprile 1915, ottenne l’impegno che le venissero ceduti, inevitabilmente a vittoria ottenuta, i territori utili al raggiungimento dei suoi confini naturali a nord, a nord est, e parzialmente a sud est.
L’obiettivo del raggiungimento dei suoi confini naturali tracciati dalle Alpi nord orientali, in parte anche di quelli tracciati dalle Alpi Dalmatiche (1), determinò fortemente l’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale a fianco dell’Intesa: volle combattere la sua Quinta Guerra d’Indipendenza.

E’ nota invece la posizione dei neutralisti, dovuta ai timori che la guerra non fosse né breve, né indolore quand’anche vittoriosa; a queste motivazioni sostanziali fu aggiunta la puntualizzazione circa il diritto onorevole dell’Italia di non partecipare al conflitto, considerato che gli obblighi di intervento dell’Italia a fianco dei suoi alleati della Triplice sarebbero sorti solo in caso di guerra difensiva, e non offensiva come nella fattispecie concreta che vedeva l’Austria – Ungheria assalire la Serbia.

Può variare il giudizio politico sull’opportunità che avemmo di restare neutrali accettando le offerte territoriali che ci furono promesse solo dopo la fine di una guerra vittoriosa da parte degli Imperi centrali, o quella di entrare in guerra per ottenere molto di più ma con altrettanta incertezza circa la possibilità di raggiungere concretamente quanto promesso sulla carta.
Oggi però la Storia e la Geografia rilevano la realtà di un’Italia che, nonostante tutte le traversie belliche e post belliche, alla fine della guerra armata e di quella diplomatica, rispetto ai confini che aveva il 23 maggio 1915, si era avvicinata ulteriormente al raggiungimento dei suoi confini naturali, annettendo gli oltre 13.000 chilometri quadrati del Trentino Alto Adige, gli oltre 8.000 chilometri quadrati della Venezia Giulia, Zara e le Isole Lagostane in Dalmazia, e l’Arcipelago di Pelagosa fronteggiante le coste pugliesi.

A 100 anni di distanza attendiamo ancora un settennato di Governi che sappia fare di meglio.

(1) – In questo articolo vengono denominate Dalmatiche Le Alpi che, dopo le Giulie, si dirigono a sud est, e vanno dal Monte Bittorai di metri 1.386 al Monte Visevica di metri 1.428, alle Alpi Bebie chiamate anche Velebiti, e alla linea costiera delle  Alpi Dinariche che termina con i Monti Rumia fronteggianti il fiume Boiana.

Servizio obbligatorio di leva civile  in Italia”   Claudio Susmel

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Un pensiero su “24 maggio 1915

  1. per ‘fare memoria’ della giornata che segnò l’inizio della IV Guerra d’Indipendenza, l’Istituto della Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon svolgerà un servizio di ?Guardia Continua’ per tutto il giorno per rendere omaggio ai valorosi combattenti, alle loro famiglie restate a casa a soffrire in trepida attesa della sorte dei loro familiari.

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