Alto tradimento in Italia?

Le invasioni degli ultimi cinque anni
Patriae claudere ianuas

Rinnegare l’occupazione italiana dell’Etiopia (1936 – 1941)?, bene, a parte l’abolizione della schiavitù (documentata dalle fotografie di sudditi etiopici in ceppi e catene di ferro), praticata nei territori amministrati dall’Imperatore spodestato Ailé Selassié prima dell’invasione italiana.
Rinnegare il Regno d’Italia in favore della Repubblica Italiana?, ognuno la pensi come vuole.
Rinnegare il dovere di difendere le ianuae (porte) d’Italia dalle invasioni altrui?, no, questo è alto tradimento.
Alto, cioè gravissimo, minacciante morte per la sopravvivenza della nazione italiana.
Negli ultimi cinque anni sembra che non solo non si siano difese a sufficienza le porte d’Italia, ma si sia data una mano agli stranieri – colpevolmente o dolosamente? – per incoraggiare le invasioni del territorio della nostra nazione, quello fisico e quello culturale.

La denominazione in lingua italiana dei vari centri abitati sui cartelli delle strade deve essere seguita e non preceduta dalle altre lingue riconosciute dall’Italia; quando non sia addirittura scritta solo in tedesco avendo abolito la precedente scrittura bilingue, come è accaduto per i cartelli di sentieri di montagna in Alto Adige negli ultimi cinque anni.
Interessante, sempre per restare alle decisioni degli ultimi cinque anni, la nomina di direttori stranieri alla guida di grandi musei italiani, così nel caso di guerra tra l’Italia e il Paese d’origine di quel direttore non ci saranno misteri sulla collocazione delle opere di quel museo e l’eventuale razzia sarà enormemente facilitata nel caso di una invasione da parte del Paese transalpino; già, ma si replica: e dai, non è più tempo di guerre!, anche se resta sempre valida la battuta di Lloyd George alla fine della Prima Guerra Mondiale: Questa, al pari della prossima, sarà certamente l’ultima guerra.
Ancora negli ultimi cinque anni abbiamo visto centinaia di migliaia di stranieri entrare sul territorio nazionale con le giustificazioni più disparate, meritevoli di tutela giuridica internazionale solo in alcuni limitati casi rispetto al numero enorme degli ingressi; stranieri in varia misura mantenuti dal nostro Governo. Intanto milioni di italiani vivono sotto la soglia di povertà; italiani che in tempi migliori hanno pagato tutte le tasse possibili e immaginabili, e i cui genitori e nonni e bisnonni hanno dato la vita per difendere il territorio della Patria Italia.

L’obiettivo principale di un Governo resta sempre evitare che una parte del territorio nazionale naturale – racchiuso tra le Alpi e i mari per l’Italia – venga sottoposto alla dominazione, o al predominio di qualsivoglia natura, di una nazione straniera.
Non si tratta soltanto di un obiettivo arroccato su questioni ideali, che contemplano cioè la disponibilità al sacrificio personale pur di raggiungere uno nobile scopo, ma anche di una lotta molto concreta, strategica, per  i posti di lavoro, che si creano sulla terra e non per aria.
Una lotta, continua, che interessa i nostri figli, i nostri parenti meno prossimi, gli amici, tutti gli italiani, visto che quando i Governi nazionali perdono la terra di casa nostra, ci costringono a cercarla altrove, ad emigrare.
Mentre i loro esponenti restano in Patria continuando spudoratamente a cianciare della mancanza di posti di lavoro. 

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia   Claudio Susmel

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