10 febbraio, Giorno del Ricordo

Diagnosi effettuata si attende la terapia
Ita ut dixit Giorgio Napolitano

Il 10 febbraio del 2007, durante il suo discorso pronunciato nel Giorno del Ricordo, celebrazione istituita con la legge dell’aprile 2004 in commemorazione dell’esodo, e delle vittime delle foibe – i crepacci carsici profondissimi in cui dagli slavi del sud (jugo slavi) vennero precipitati migliaia di italiani – il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano ha detto tra l’altro:

“ … già nello scatenarsi della prima ondata di cieca violenza in quelle terre, nell’autunno del 1943, si intrecciarono giustizialismo sommario e tumultuoso, parossismo nazionalista, rivalse sociali e un disegno  di sradicamento della presenza italiana da quella che era, e cessò di essere, la Venezia Giulia.
Vi fu dunque un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo, che prevalse innanzi tutto nel Trattato di Pace del 1947 [10 febbraio], e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica … va ricordato l’imperdonabile orrore contro l’umanità costituito dalle foibe, ma egualmente l’odissea dell’esodo, e del dolore e della fatica che costò a fiumani, istriani e dalmati ricostruirsi una vita nell’Italia tornata libera e indipendente ma umiliata e mutilata nella sua regione orientale.
E va ricordata … la “congiura del silenzio”, … assumendoci la responsabilità dell’aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e dell’averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali … “(1).

Per queste parole il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano ha meritato gli auguri di buon pensionamento da tutti gli italiani, a prescindere dalle personali scelte elettorali.
E tutti gli italiani amanti della giustizia – anche di quella internazionale – si augurano, a prescindere dalle personali scelte elettorali, che i suoi successori completino l’opera, aggiungendo alla lucida diagnosi l’incruenta operosa terapia utile a rivendicare e riottenere le Province maltolte all’Italia col Trattato di Pace del 1947.

(1) Claudio Susmel, “I confini naturali d’Italia” pag. 175, Carlo Delfino editore.

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2 pensieri su “10 febbraio, Giorno del Ricordo

  1. Grazie per il suo costante impegno. 10 febbraio 2018, ricordiamo un detto popolare,”el monte xe rivado al mar”. Era a questo che mirava l’arrogante prepotenza internazionale aiutata dal complice silenzioso sostegno italico. A guerra finita, le violenze fisiche e morali subite hanno ferito mortalmente il nostro popolo. Forse per risvegliare le coscienze di chi ci ha dimenticati o non ci ha mai conosciuti sarebbe necessaria un’ opera d’arte, sia essa letteraria o altra Tramontate le ideologie, il Presidente Napolitano ha espresso tardivamente delle parole in favore dei Fiumani – Giuliani e Dalmati. Superati i 70 anni bisogna chiedersi, è ancora possibile una cura o è inutile ? Gianna

  2. La storia, secondo l’assunto manzoniano, è anzitutto una “guerra contro il tempo”. In primo luogo, per non dimenticare, ma anche per costruire un ricordo non formale, né tanto meno rituale. Un presupposto della fede e della speranza che concludono questo nobile intervento ed in cui si riconoscono non solo gli Esuli, ma tutti gli uomini e donne di buona volontà.

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