Sidney Sonnino, Paolo Gentiloni, e gli Alleati

Pagamento anticipato per favore (una volta tanto)
Laus non saturat

Tante le discussioni nel centenario dell’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria – Ungheria.
Per tanti aspetti decisamente attuali; per esempio sulla formula del diritto a compensi fra alleati.

Le trattative italo – austro ungariche dell’anteguerra fallirono probabilmente per motivi ancora più profondi complessi e reiterati nel tempo della mancata promessa all’Ilalia di una concessione più ampia circa i territori del Trentino e dell’Alto Adige; ma certo l’insistere da parte dei diplomatici austro ungarici per il pagamento posticipato, cioè a guerra vinta dalla Triplice Alleanza, fu un elemento decisivo contro l’impegno a fianco dell’A.U..
Lo ribadisce il nostro ministro degli esteri nel 1915, Sidney Sonnino, con il telegramma inviato alle ambasciate italiane all’estero: “… dal barone Burian ci venne offerta una zona di territorio compresa in limiti lievemente a nord della città di Trento … la cessione del territorio nel Trentino non doveva … effettuarsi immediatamente, secondo noi chiedevamo, ma alla fine dell’attuale conflitto … la offerta non poteva soddisfarci …”(1).

Il nostro ministro degli esteri nel 2015, Paolo Gentiloni,  è sembrato tiepido di fronte alla richiesta fatta all’Italia, da parte dei nostri alleati statunitensi, di un rinnovato e più marcato impegno in Iraq.
Il ministro Gentiloni deve aver riflettuto sul fatto che dagli Stati Uniti ci vengono elargiti regolarmente tanti complimenti per questa o quell’altra missione militare di pace svolta all’estero con profusione di risorse economiche, e abnegazione professionale non episodica da parte dei nostri soldati. Deve però aver riflettuto anche che per lottare contro l’Isis libico non si vede neanche un soldato o una motovedetta statunitense al largo della Libia, il cui caos, determinato dall’intervento iniziale degli anglo francesi – a danno di prioritari nostri interessi nazionali – non è stato impedito dagli Stati Uniti. Deve di conseguenza aver maturato il desiderio di riscuotere un pagamento anticipato da parte dei nostri alleati statunitensi (una volta tanto) per un nostro più marcato intervento in zone così lontane dai nostri confini.

Che Gentiloni abbia letto il telegramma inviato dal suo collega Sonnino ai nostri ambasciatori all’estero?

(1) – Luigi Aldovrandi Marescotti, Nuovi ricordi pagg. 234/244, Milano, Mondadori, 1938

Claudio Susmel. 

CLICCANDO SULLA NUVOLETTA CELESTE A FIANCO DEL TITOLO POTRETE LASCIARE UN COMMENTO (COMPARIRA’ SOLO IL VOSTRO NOME NON LA VOSTRA E – MAIL)

POTETE INVIARE A CLAUDIO SUSMEL LE E – MAIL DI CHI DESIDERA
ESSERE INSERITO NELL’INDIRIZZARIO DI OBLO’

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *