La leva militare obbligatoria su base regionale favorirebbe la secessione

Il servizio militare deve essere svolto solo su base nazionale
Dulcis et decorum est pro Italiae concordia pugnare

24 maggio 2024

Un progetto di legge che preveda un servizio di leva militare obbligatorio in Italia ma solo su base regionale è quanto di più letale ci possa essere per l’unità nazionale.
Costituirebbe l’embrione di più mini eserciti regionali docili alle suggestioni secessioniste dello sciagurato asino politico di turno.
Il precettato deve al contrario poter essere impiegato su tutto il territorio nazionale, per sviluppare il senso di appartenenza alla comune nazione e perché i Comandi devono poter avere il personale militare là dove serve: in questo momento ai Campi Flegrei, in zone terremotate,  dovrebbero essere impiegati solo i campani?

Un progetto di servizio militare obbligatorio breve, riservato a cittadini italiani con pieni diritti civili e politici e con un profilo personale che garantisca la fedeltà del precettato alla Costituzione e il suo concorso alla sicurezza nazionale.
Un servizio militare breve retribuito, che confermi storia valori e disciplina delle Forze Armate Italiane.
Al termine del servizio militare breve, il Ministero della Difesa rilascerà un attestato che certificherà l’esito del percorso formativo svolto; l’attestato, se positivo ovviamente, darà luogo a crediti per l’impiego nella Pubblica Amministrazione, in particolare per il reclutamento a tempo indeterminato nelle Forze Armate Italiane.

Servizio retribuito: perché il “soldo” dà il senso del termine lavoro.
Durata: per sei mesi, otto, o dodici?
Corsi di studio: speriamo che venga insegnata anche la geografia, per ricordare ai coscritti di mettere le Alpi tra sé e i disertori, tra sé e gli imperialisti.
Addestramento: se ci chiamano ad addestrare le Forze Armate di mezzo Pianeta, gli insegnanti non dovrebbero mancare.

Servizio di leva militare obbligatorio.
Al servizio della Nazione, dello Stato, del Paese.
Chiamatela come vi pare l’Italia, purché vi battiate perché resti unita.

1924 – 2024
Centenario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis

Secondo intervento in clinica oculistica al San Giovanni di Dio

Ignazio l’intransigente
detto anche “Il Laconico”
Magis movent exempla quam verba

15 maggio  2024

Dopo un primo intervento per cataratta su OS nella clinica oculistica del San Giovanni di Dio a Cagliari, diretta dal Professore Giannaccare, arriva il secondo per cataratta su OD.

Chi ha percorso prima a piedi e poi in ascensore e poi di nuovo a piedi il tragitto che dall’accettazione lo deposita nella saletta “pre operatoria”, sa bene quali possono essere i pensieri circa il proprio occhio che a momenti verrà sottoposto a intervento di cataratta: evolvono dall’aspettativa di una visione perfetta fino a planare rovinosamente verso ipotesi meno ottimistiche, per esempio …
“Quella poltrona è libera, indossi il pigiama e metta le ciabatte.”
A  interrompere i pensieri deprimenti è intervenuto l’intransigente infermiere Ignazio, di poche parole.
“Senta, io …”
“Sopra le ciabatte metta queste – indica verdoline coperture con elastico – , ecco sì, così.”
Ignazio non lascia corso a eventuali divagazioni e procede per solco mentalmente e operativamente sperimentato negli anni.
“Se io …”
“La mascherina sul volto prima di mettere la cuffietta sui capelli”
L’incauto paziente, indicando la propria, portata da casa: “Metto questa?
“Le ho appena dato la mascherina che ora ha in mano, metta quella.”
E replica.
“La cuffietta sulla testa dopo aver messo la mascherina”.
Applica ora un cerotto sul sopracciglio destro a indicare l’occhio da operare.
Ignazio deve preparare più pazienti anche per questo martedì 23 aprile 2024.
Ora inserisce qualcosa nel braccio che non ricordo come si chiama: cannula?
Poi chiamerà per andare in altra stanza.
“Misuriamo la pressione: se è troppo alta in sala operatoria lei non entra”.
Ignazio è intransigente, ma, in particolare dopo la sua ultima frase, comincia a turbinare nel cervello la certezza che l’intransigenza di questo tipo sia benefica oltre ogni misura.

Sono chiamato, accompagnato in sala, sdraiato sul lettino per l’intervento.
“Fa freddo, vuole essere coperto con un altro telo?”
Come si chiama l’infermiera che me lo ha chiesto? Cristina?
Arriva il secondo telo.
L’anestesista è di Burcei: dai, fatemele vedere ancora le rosse ciliegie.
Qualche chiacchiera mi fa rilassare prima dell’arrivo del Professore Giannaccare, che opererà sul mio occhio destro con la levità di un collirio; ci vorrebbe Walt Disney per animarlo il mio occhio mentre mostra la sua riconoscenza al chirurgo.
Non più di trenta minuti e il Primario ottiene che a un primo controllo successivo all’intervento la visione di OD risulti migliorata nettissimamente.

“Ignazio possiamo togliere la cannula?”
“Non è ancora passata mezza ora dall’intervento”.
E Ignazio è già altrove.
Ignazio si affaccia dopo che sono trascorsi gli ulteriori 15 minuti richiesti dalla sua intransigenza.
“E’ ora”.
Toglie la cannula, cotone, interessamento del paziente alla sua vita lavorativa per manifestargli con discrezione il grazie per la sua intransigente efficienza.
Gli scappa un quarto di sorriso all’angolo della bocca, saluta, va verso altri.

Ignazio l’intransigente, detto anche “Il Laconico”.
Decuplicatelo.

“Servizio di leva militare obbligatorio in Italia”  Claudio Susmel

1924 – 2024
Centenario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis

Infiltrati & compagni euro atlantici a ovest del Dnepr

L’Unione Europea a Odessa
Post insaniam salus

29 aprile 2024

“Infiltrati”, “mercenari”, “volontari”, “consulenti”, “contrattisti”, e vari altri combattenti euro atlantici pro Ucraina impiegati sotto varie mimetizzazioni semantiche – alibi gradito anche alla Russia per evitare lo scontro diretto – si fermino a ovest del Dnepr, tenendo Odessa e la costa sul Mar Nero tra la Romania e la foce del Dnepr.

Le forze armate russe stanno procedendo verso ovest e potrebbero sfondare il fronte ucraino.
Dopo la follia sanguinaria dei due belligeranti slavi, propria e/o indotta da altri stati, l’Unione Europea e la N.A.T.O. impieghino le proprie risorse in uomini e mezzi solo a ovest della linea di protezione naturale del fiume Dnepr, che attraversa tutta l’Ucraina da nord a sud fino alla sua foce nel Mar Nero.
Liberi gli ucraini di voler continuare a combattere a est del Dnepr con le proprie forze.
In ogni caso l’Unione Europea ha dato e continuerà a dare, ma non si chieda ai suoi stati membri di lasciare ancora morire i propri vecchi e i propri malati per alimentare una inesausta sete di sangue spacciata per gloria.
Analisti di cose militari, politiche, e internazionali, suggeriscano qualche dettagliato progetto di armistizio concreto tra i due belligeranti.

I diplomatici dei dopo guerra, talvolta lunghissimi come quello che riguardò la Germania dell’Ovest e la Germania dell’Est dal 1945 al 1989, sono generalmente più intelligenti di quelli degli ante guerra e delle guerre.
Sanno aspettare e trattare, stimolati anche dalla improcrastinabile necessità di rimediare alla infinita stanchezza e miseria dei propri concittadini, per altro palesi ormai a tutti i popoli del Pianeta che ne temono il contagio.

 “Servizio di leva militare obbligatorio in Italia”  Claudio Susmel

1924 – 2024
Centenario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis