“Le cento città d’Italia illustrate”. Pola, Rovigno, Parenzo, Cittanova, Umago, Pirano, Isola, Capodistria. Muggia.

Le città costiere dell’Istria tra storia e geografia

La casa editrice Sonzogno ha ristampato tra le due guerre mondiali “Le cento città d’Italia illustrate”, collana di cui … ogni fascicolo descrive una città, ne narra la storia e ne riproduce i più insigni e caratteristici monumenti … una raccolta cara a tutti gli italiani, utilissima per chi visita le località della Patria (1).
L’Editore non poteva certo prevedere negli anni vicini alla Vittoria del 1918, che alcuni numeri di questa collana sarebbero divenuti ancora più cari agli italiani. Perchè contengono indicazioni e illustrazioni semplici, ma fondamentali per evitare che oltre ai confini di allora anche la coscienza territoriale nazionale degli italiani di oggi venga cancellata dalle nazioni che attualmente occupano alcune nostre città in conseguenza del Trattato di Pace del 1947.

Il fascicolo n. 71 scrive di Pola e di altre città costiere dell’Istria.
Sulla prima di copertina e in prima pagina campeggia l’Arena di Pola, il grande anfiteatro romano simbolo della Città, mentre un altro monumento caro ai polesani, il Tempio di Roma e  Augusto, è illustrato in terza pagina; non mancano foto di reperti archeologici romani e medioevali, di leoni di San Marco, dell’Arco dei Sergi e della Porta Gemina, di chiese, palazzi e piazze che parlano dell’amore di Roma e di Venezia per questa città.
Il fascicolo prosegue con illustrazioni di altri centri istriani, e articoli su Rovigno, Parenzo, Cittanova, Umago, Pirano, Isola, Capodistria.
E su Muggia.
Già, Muggia.
Muggia, che è in Istria, e che è rimasta entro i confini italiani. E’ importante ricordarlo per non commettere l’errore di pensare e scrivere che abbiamo perso tutta l’Istria, importante perché la coscienza territoriale nazionale registri che dicendo Istria si può intendere anche politicamente e non solo geograficamente Italia, importante perché si sappia che prendendo un mezzo pubblico o privato a Trieste si può ancora andare in Istria senza che un Paese straniero possa decidere di imporre dall’oggi al domani un visto o qualche altra porcheriola burocratica per allontanare dall’Italia anche quest’altra sua città istriana.
Muggia, congiunta geograficamente al resto di quella Penisola nella Penisola che arriva con le sue coste orientali fino al Golfo del Quarnaro.
Muggia, questo pezzetto d’Istria che ricorda e conferma i propositi irredentistici in chi non si arrenderà mai alla violenza subita nel 1947.
Muggia d’Istria, Italia.

I fascicoli della Sonzogno, di 16 pagine e circa 40 illustrazioni ciascuno, si trovano anche nei mercatini per pochi euro.

(1) Fascicolo n. 71, terza di copertina.

 Claudio Susmel

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Memoria italiana

13 dicembre 1977

Le geograficamente italiane Isole Maltesi conquistano la piena indipendenza dal Regno Unito e dal suo Commonwealth; diventano una repubblica.

Claudio Susmel 

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Una base militare italiana in Libia a difesa dell’Italia e dell’Europa

Signor Presidente del Consiglio senza cannocchiale si vede
meno lontano ma si vede meglio

Stando a quotidiani e televisioni pare che il Presidente del Consiglio Italiano Renzi chieda un impegno maggiore all’Europa e all’ O.N.U. per le politiche migratorie in Mediterraneo.
Riterrebbe inoltre di voler affrontare il problema dell’emigrazione rafforzando i rapporti con l’Egitto, l’Algeria e la Tunisia.

E’ quotidianamente rilevabile l’insofferenza diffusa degli italiani per la presenza massiccia di immigrati in un territorio nazionale che non si è allargato per accoglierne i quattro o cinque milioni che lo hanno occupato. Questo sentimento nazionale deve aver convinto il Presidente a smettere il cannocchiale diplomatico militare che forse in tanti hanno avuto interesse a farci tenere appiccicato agli occhi, perché guardassimo lontano da casa nostra e non vicino ai nostri confini.
Bene; ora però Presidente smetta di fare appelli e vada al sodo: elimini qualche base militare insediata in lontanissime lande del Pianeta (o ne riduca gli effettivi), e ne impianti una nella vicinissima Libia, per fungere da supporto alle autorità locali nel controllo dei flussi migratori ma anche per meglio controllare la continuità erogatrice di pozzi petroliferi preziosi (per i libici innanzi tutto visto che è roba loro), per negare all’Isil piattaforme di lancio propagandistico vicinissime alle nostre coste, e per proteggere gli erigendi centri ospedalieri internazionali che possano arginare il virus Ebola.
Non dimentichi di chiedere alla flotta degli Stati Uniti di dare semaforo verde all’Italia, e soprattutto di far scattare il rosso per il velleitarismo petrolbellicistico di qualche  tragico pagliacciò (la o accentata non è un refuso) e per gli eventuali intrighi internazionali degli anglocugini monarchici, ricordando a questi ultimi che a forza di voler usare anche loro un cannocchiale per fare il passo diplomatico militare più lungo della gamba, stanno rischiando di farsi in quattro pezzi, infra atque ultra Vallum.

Coraggio Presidente.
E agisca serenamente, visto che il governo democratico italiano non deve andare in Libia per colonizzarla, ma per impedire che la colonizzi la barbarie, usandola poi come trampolino di lancio per insanguinare l’Italia e l’Europa.

Claudio Susmel

Pubblicato sul bimestrale “L’Alpin de Trieste” n. 179.

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