Niente di nuovo sul fronte franco statunitense

U.S.A. e getta l’alleata Francia
Gallia omnia divisa non est in partes tres
sed parvula in vinculis

Settembre 2021

Ed eccoci di nuovo vilipesi e derisi.

Fine 1700.
Le colonie americane conquistano l’indipendenza dalle Isole Britanniche, con l’aiuto della Francia che però non scalzerà gli ex dominatori anglofoni dal grado di interlocutori principali dei costituiti Stati Uniti d’America.

1917.
Gli Stati Uniti intervengono nella Prima Guerra Mondiale in soccorso dell’Intesa, che vincerà.
Clemenceaux si lamenterà per non aver raggiunto la sicurezza dei confini della Francia nei confronti della Germania e per l’esosità statunitense nelle trattative di restituzione dei prestiti di guerra erogati alla nazione da lui guidata, non capendo che gli Stati uniti erano intervenuti per difendere il proprio antemurale costituito dalle Isole Britanniche, salvo il consueto divide et impera riservato alla penisola europea.

1941.
Gli Stati Uniti dopo aver aiutato in tanti modi le Isole Britanniche nella loro Seconda Guerra Mondiale contro la Germania, a seguito dell’attacco giapponese entrano nel conflitto al suo fianco e lo vincono.
La Francia viene ripristinata nei suoi confini ma non è convocata a Yalta dove viene deciso il nuovo assetto d’Europa. Vincere una guerra per procura confonde le idee; così è capitato a De Gaulle, che con posticci lauri inghirlandato vittorioso nel dopoguerra dai britannico statunitensi, ha ritardato per anni la costituzione della Difesa Europea Comune, aspirando a primario ruolo sullo scenario planetario, mentre la “capitale” dell’Occidente si era ormai spostata da Londra a Washington.

Oggi.
Le Isole Britanniche escono dalla Unione Europea e nonostante le prevedibili difficoltà economiche entrano a pieno titolo nel Wasp Empire (Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Isole Britanniche). Ora l’Unione Europea ha ai suoi confini un mastino reso furioso dal passato storico perduto, e umiliato dalla catena statunitense stretta intorno al collo.
La Francia di Macron si oppone all’acquisto dei cantieri Atlantique da parte dell’italiana Fincantieri e tenta maldestri bilaterali con la Germania, ancora una volta non capendo che 27 microbi non fanno una nazione; l’Europa non ha infatti, se divisa, che poca parte del territorio della Russia, del denaro degli Stati Uniti, della popolazione della Cina.
Macron si indigna per i sommergibili che l’Australia ha acquistato dagli Stati Uniti in sostituzione dei francesi, dimenticando che non molto tempo fa navi britanniche ancora in fase progettuale sono state preferite dalla stessa Australia a quelle ottimamente operative dell’Italia: continua a ragionare in termini lillipuziani ormai patetici e commette la sciocchezza di richiamare gli ambasciatori da Camberra e da Washington.

De iure condendo.
La Francia ricordi l’azione di decentramento politico che nell’Ottocento realizzò il “Vecchio Piemonte”  nel resto d’Italia dopo raggiunta l’unità, seppure incompleta.
La Francia abdichi al suo seggio all’ONU in favore della Comunità Europea.
La Francia condivida tutto l’armamentario nucleare affidandolo ai più capaci come ha iniziato a fare il Wasp Empire.
La Francia rinunci a tentare d’imporre la sua lingua agli altri stati e l’inglese sia adottato come lingua federale per la comunicazione militare e politica col resto del Pianeta.
Il latino sia studiato obbligatoriamente nelle scuole secondarie per ricostituire robuste radici comuni.
La conoscenza della propria lingua nazionale insieme a più lingue europee costituisca titolo concorsuale preferenziale per tutte le cariche pubbliche della Comunità Europea.
Quota parte fondamentale del bilancio europeo sia impiegata per la Difesa e la Lingua comuni.

La Francia cerchi di capire in fretta se vuole essere Giovanna d’Arco al centro della comune indilazionabile Federazione Europea o baldracca alla periferia del Wasp Empire,

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia      Claudio Susmel

Centosessantesimo anniversario dell’Unità d’Italia Incompleta
1861 – 2021
Memoria Patriae prima vis

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