Il Trieste, l’Istria e la foiba Galeb

Una nuova nave per la festa della Marina militare italiana
Numquam illius capellae obliviscar

24 maggio – 10 giugno 2019

La Marina militare italiana ha risorgimentalmente onorato la propria festa varando il Trieste, la nave di maggior tonnellaggio varata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale; per i dettagli tecnici virare verso il leggibilissimo sito della Marina.
Varata tra il 24 maggio, data d’inizio della Quinta Guerra d’Indipendenza (1915 – 1918) che condusse con la vittoria di Vittorio Veneto a liberare Trieste dal giogo austro – ungarico, e il 10 giugno, festa ufficiale della Marina.

Trieste, nome caro e amato da tutta la famiglia italiana, e perciò sposata al mare dalla figlia del Presidente della Repubblica Italiana; Repubblica che anche grazie alla cobelligeranza del Regno d’Italia nella seconda parte (1943 – 1945) della Seconda Guerra Mondiale, riuscì a codificare giuridicamente il ritorno di Trieste all’Italia col Trattato di Osimo del 1975.
La non meno amata Fiume vede invece le acque del suo porto inquinate dalla presenza della Galeb, già nave di rappresentanza del dittatore jugoslavo Tito che non impedì il genocidio e l’esodo degli italiani dell’Istria, di cui geograficamente fa parte la liburnica Città. Rugginosissimo ed ignobile simbolo delle nefandezze jugoslave, il cui riattamento viene programmato con il contributo dell’Unione Europea di cui l’Italia e contribuente attivo.
Che fanno i politici italiani per bloccare questa foiba che ingoia i principi delle democratiche istituzioni europee, e devasta la maestà della Storia?
Può essere accettata come capitale europea della cultura 2020 una città che spende denaro dell’Unione Europea per onorare un dittatore?

Varato il Trieste, senza scomodare il Libro dei cattolici che definisce Buon Pastore chi lascia le novantanove pecorelle per cercare quell’una dispersa, vorranno i massimi responsabili della Marina non dimenticarsi di quella capretta – simbolo dell’Istria – che è riuscita a sfuggire alle zanne degli jugoslavi e che non è dispersa ma dimenticata, anche se a poca distanza da Trieste; la si raggiunge in autobus dal capoluogo giuliano.
Il comune di Muggia e il suo piccolo territorio circostante sono infatti anche politicamente oltre che geograficamente italiani. Nulla osta quindi a che il suo nome navighi col tricolore scudato dalle quattro Repubbliche Marinare.
Nave Istria ricorderà agli italiani immemori e agli insegnanti di geografia e di storia che l’Istria oltre che essere tutta italiana geograficamente, è italiana, in piccola ma preziosissima parte anche politicamente.

La capretta attende.
Non facciamo i conigli.

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia   Claudio Susmel

Fiume d’Italia
1919 – 2019
Memoria Patriae prima vis

CLICCANDO SULLA NUVOLETTA CELESTE A FIANCO DEL TITOLO
POTRETE LASCIARE UN COMMENTO
(COMPARIRA’ SOLO IL VOSTRO NOME NON LA VOSTRA E-MAIL)

 RELAZIONE SU “I CONFINI NATURALI D’ITALIA”
PER ASSOCIAZIONI E ISTITUZIONI
A RICHIESTA CLAUDIO SUSMEL  INVIERA’ IL PROGRAMMA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *