Monarchia e Repubblica a Vicoforte

Due maestà per una sola Italia
Bene Sergius

Vittorio Emanuele III è tornato a casa sua.
In Italia, la sua Patria; in Piemonte, la sua Regione.
Al rientro del Re prima risorto e poi morto, non si è opposto il suo concorrente istituzionale, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.

Il Re risorto insieme al suo Esercito e alla sua Patria nel novembre del 1918 quando, dopo Caporetto, con la Vittoria nella Prima Guerra Mondiale assicurò all’Italia confini molto più sicuri di quelli prebellici  e oltre 20.000 chilometri quadrati di territorio geograficamente italiano – 13.000 dei quali rimastici anche dopo la Seconda Guerra Mondiale – prima soggetti a impiccagioni e vessazioni d’ogni tipo da parte dei transalpini austroungarici.
Il Re morto nel novembre del 1938, quando firmò le leggi razziali che inibirono ai nostri concittadini di religione ebraica, anche a quelli andati all’assalto al grido di Avanti Savoia!, di godere dei frutti dei loro sacrifici e di quelli dei loro congiunti morti perché il displuvio delle Alpi custodisse i figli dell’unica madre.
Vittorio Emanuele III, da novembre a novembre: nobiltà e miseria.

Il Re è tornato grazie al veto d’ingresso non suggerito dall’attuale Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, che da cattolico autentico non ha voluto impedire ulteriormente a congiunti ed estimatori di pregare sulla tomba del loro Re, veto d’ingresso non suggerito dall’attuale Presidente della Repubblica Italiana che da democratico autentico non ha voluto impedire ulteriormente ai suoi concittadini monarchici di avere un punto di riferimento in Patria.

Ed ora senza fretta di nuove traslazioni, lasciamo la Storia in pace.
Quella monarchica inizia dal Piemonte; chi auspica che da lì riprenda il suo cammino le dia il suo tempo, ricordando che la Monarchia ha condotto l’Italia sino a Fiume – Vittorio Emanuele III vi approdò il 16 marzo 1924 – dopo 103 anni di lotte a far data dai moti del 1821, e dopo aver avuto il coraggio di prendere a fucilate l’intempestivo (ubbidiente) Garibaldi e a cannonate l’intempestivo (disubbidiente) D’Annunzio.
Vicoforte è bellissima, e la neve d’inverno aiuterà a raffreddare gli animi.
In ogni caso ora in Italia di maestà ce n’è in abbondanza, quella della Monarchia e quella della Repubblica, entrambe consacrate dall’accoglienza di un Santuario della Chiesa Cattolica che ha confermato una volta di più la sua rocciosa bimillenaria massima: scagli la prima pietra chi è senza peccato.

Viva sua Maestà.
Quale?
Ognuno si scelga quella che preferisce: siamo in Italia grazie a Dio.

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia   Claudio Susmel

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