I fiumani vogliono vivere liberi, italiani, poliglotti

“Fiume” parla di Fiume da 93 anni
Nihil de nobis sine nobis

Il numero 28 di “Fiume” (1) celebra il novantenario di questa rivista, edita dalla Società di Studi Fiumani, fondata nella città quarnerina nel 1923.

L’articolo 1 dello statuto della Società ne fotografa l’identità, stabilendo che … ha per iscopo l’illustrazione, dal lato storico, scientifico naturale ed economico, della regione fiumana [Liburnia] (2), e l’articolo 16 la precisa ulteriormente statuendo che: In conformità degli studi di varia natura che formano lo scopo della Società, i soci si raggruppano in tre sezioni: storica, di scienze naturali, di scienze  economiche.
Continuando a leggere lo statuto rileviamo dall’articolo 11 che il Consiglio Direttivo della Società, di durata biennale … delibera sulle esplorazioni scientifiche da intraprendersi e sugli eventuali acquisti … [oltre che curare] il progressivo aumento dell’archivio storico … , mentre dall’articolo 17 apprendiamo che … stabilisce il tempo e le norme delle pubblicazioni sociali … [alle quali] … sovrintende un Comitato di redazione … formato da due rappresentanti per ognuna delle sezioni … .
Il primo Consiglio Direttivo di quel 1923, presieduto da Guido Depoli, era formato da nomi, conosciuti da chi si occupa della storia di Fiume e delle vicende relative al confine orientale d’Italia, quali Enrico Burich, Guido Depoli, Riccardo Gigante, Silvino Gigante, Edoardo Susmel, Luigi Maria Torcoletti, e da altri nomi noti a chi si occupa di scienze naturali e di scienze economico – giuridiche (3).
Nel primo numero di quell’anno, è proprio Guido Depoli che illustra più ampiamente le finalità della Società e della Rivista, nate da … una libera associazione di studiosi, i quali nell’ambiente sereno della scienza trovassero un campo dove incontrarsi deponendo i loro particolari atteggiamenti politici … e sempre Depoli prosegue scrivendo che … la Società nostra … colla tenuità del canone … invita ad iscriversi nelle sue file quanti hanno un interesse alle cose nostre, per darle col consenso popolare e colla forza del numero la autorità necessaria negli interventi a sostegno del suo programma … .

Le vicende belliche della Seconda Guerra Mondiale determinarono l’esodo dei giuliano dalmati dai territori ceduti alla Jugoslavia per imposizione del Trattato di Pace del 1947. Sorsero così diverse comunità di profughi in tutta Italia. Una particolarmente numerosa di fiumani si compattò a Roma, dove  dopo l’interruzione delle pubblicazioni dovute agli eventi bellici di cui sopra, venne stampato il primo numero della Rivista fuori dalle mura della bene amministrata Terra Fluminis Sancti Viti.
Rivista che ha proseguito le sue pubblicazioni, essendo tutt’ora curata e stampata dalla Società di Studi Fiumani, e che offre nel 2016 la stessa tenuità del canone di cui scriveva Depoli nel 1923.
Chiunque ami la propria identità di italiano ha un debito di gratitudine verso i suoi collaboratori, che hanno in Marino Micich un sicuro pluridecennale punto di riferimento. La loro operosità ci ricorda che Fiume è edificata a ovest delle Alpi Giulie, sul territorio naturale italiano, e che la sua storia e le sue tradizioni, il dialetto e l’ironia lieve, lo spirito autonomistico ma mai disgiunto da amore per la Madrepatria Italia, hanno difeso la sua identità italiana dai disastri provocati dal nostro avventurismo bellico, dalla barbarie jugoslava, dal mercanteggiamento anglosassone, dall’imperialismo panslavista e dalle congiure francesi.
A chi non conosca le componenti dello spirito fiumano sarà d’aiuto leggere i versi della canzone simbolo di Fiume: “Cantime Rita, cantime bella, nella soave dolce favella che xe l’orgoglio de ogni fiuman, cantime Rita in italian”. Queste poche parole cantate in dialetto – senza roboante retorica – da cittadini che parlavano italiano, croato, ungherese e tedesco, guidano il cercatore di Storia verso quella fiumanità che ha sempre professato un amor patrio civile, colto, e aperto al mondo, ma con la massima della Municipalità sempre davanti agli occhi: Nihil de nobis sine nobis (Nulla si decida di noi senza di noi).
Se poi il cercatore vorrà leggere qualche riga in più della storia di Fiume, apprenderà quante battaglie abbia combattuto nei secoli per rimanere un Municipio italiano.

I fiumani hanno pagato, pagano e pagheranno sempre per essere liberi, italiani e poliglotti.
I fiumani profughi e residenti.
I loro figli, i loro nipoti e i loro pronipoti.

(1)  –  Per acquistare questo numero e informarsi sulle condizioni di abbonamento alla Rivista è possibile contattare  info@fiume-rijeka.it
(2) – “Fiume”, n. 28/2013, pagg. 7/9.
(3) – A pagg. 11/12 di  “Fiume” n. 28/13 si trova l’elenco completo dei soci suddivisi nelle tre sezioni.

 La Turchia in Europa è la fine dell’Europa  Claudio Susmel

CLICCANDO SULLA NUVOLETTA CELESTE A FIANCO DEL TITOLO
POTRETE LASCIARE UN COMMENTO
(COMPARIRA’ SOLO IL VOSTRO NOME NON LA VOSTRA E-MAIL)

 POTETE INVIARE A CLAUDIO SUSMEL LE E-MAIL
DI CHI DESIDERA ESSERE INSERITO NELL’INDIRIZZARIO DI OBLO’

Un pensiero su “I fiumani vogliono vivere liberi, italiani, poliglotti

  1. GRAZIE
    Il Quarnero
    Pubblicato nel 1988 su Atti e Memorie della SIASP
    Dal “Liber primus consiliorum Chersi n. 5” carta 165 v. : 1484 die lune X ianuarii: …magnificus dominus capitaneus tere Fluminis se degni per sua solita bontà e humanità verso de nui nel far extrar el deto Moro Bobarich cum quei miglior modi parerà a la vostra magnificenza si che da lui haver se possi la verità de furti comisi per lui e compagno (Lampreda) in questa isola, che le feste fra loro fate in robar le mandrie. Saluti Gianna

Rispondi a Gianna Duda Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *