Una base militare italiana in Libia a difesa dell’Italia e dell’Europa

Signor Presidente del Consiglio senza cannocchiale si vede
meno lontano ma si vede meglio

Stando a quotidiani e televisioni pare che il Presidente del Consiglio Italiano Renzi chieda un impegno maggiore all’Europa e all’ O.N.U. per le politiche migratorie in Mediterraneo.
Riterrebbe inoltre di voler affrontare il problema dell’emigrazione rafforzando i rapporti con l’Egitto, l’Algeria e la Tunisia.

E’ quotidianamente rilevabile l’insofferenza diffusa degli italiani per la presenza massiccia di immigrati in un territorio nazionale che non si è allargato per accoglierne i quattro o cinque milioni che lo hanno occupato. Questo sentimento nazionale deve aver convinto il Presidente a smettere il cannocchiale diplomatico militare che forse in tanti hanno avuto interesse a farci tenere appiccicato agli occhi, perché guardassimo lontano da casa nostra e non vicino ai nostri confini.
Bene; ora però Presidente smetta di fare appelli e vada al sodo: elimini qualche base militare insediata in lontanissime lande del Pianeta (o ne riduca gli effettivi), e ne impianti una nella vicinissima Libia, per fungere da supporto alle autorità locali nel controllo dei flussi migratori ma anche per meglio controllare la continuità erogatrice di pozzi petroliferi preziosi (per i libici innanzi tutto visto che è roba loro), per negare all’Isil piattaforme di lancio propagandistico vicinissime alle nostre coste, e per proteggere gli erigendi centri ospedalieri internazionali che possano arginare il virus Ebola.
Non dimentichi di chiedere alla flotta degli Stati Uniti di dare semaforo verde all’Italia, e soprattutto di far scattare il rosso per il velleitarismo petrolbellicistico di qualche  tragico pagliacciò (la o accentata non è un refuso) e per gli eventuali intrighi internazionali degli anglocugini monarchici, ricordando a questi ultimi che a forza di voler usare anche loro un cannocchiale per fare il passo diplomatico militare più lungo della gamba, stanno rischiando di farsi in quattro pezzi, infra atque ultra Vallum.

Coraggio Presidente.
E agisca serenamente, visto che il governo democratico italiano non deve andare in Libia per colonizzarla, ma per impedire che la colonizzi la barbarie, usandola poi come trampolino di lancio per insanguinare l’Italia e l’Europa.

Claudio Susmel

Pubblicato sul bimestrale “L’Alpin de Trieste” n. 179.

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