Separa i fatti dalle opinioni
Absit festinationem verbo
11 settembre 2025
Diversi politici europei esprimono opinioni e propongono con leggerezza criminale vari interventi dell’Unione Europea nel conflitto ucraino russo in corso.
Salvo esaminare i fatti.
L’Unione Europea non comprende il territorio dell’Ucraina.
La Russia non ha attaccato nessun membro dell’Unione Europea.
Le violazioni aeree di confine si verificano regolarmente nel corso della storia moderna delle nazioni, e lo Stato violato abbatte il velivolo invasore; dimenticato l’aereo spia U-2 della CIA che nel 1960 fu abbattuto dall’Unione Sovietica che poi processò il pilota sopravvissuto?
Quante le guerre tra slavi polacchi e slavi russi?
Quante le guerre balcaniche precedenti la Prima Guerra Mondiale coinvolgenti nazioni slave?
Ricordiamo la miccia della Prima Guerra Mondiale accesa dal balcanico Gavrilo Princip?
Già dimenticata la guerra balcanica, anch’essa coinvolgente nazioni slave, degli anni ’90 del secolo scorso, che causò 250.000 morti nel centro dell’Europa?
Ci rendiamo conto che la guerra in corso tra Russia e Ucraina è un’altra guerra tra slavi – che non è iniziata con la recente invasione dell’Ucraina – sulla quale soffia incautamente la altrettanto slava Polonia?
L’Unione Europea rinforzi la difesa dei propri confini politici e stia lontana da questo ennesimo conflitto tra nazioni slave, aprendo ospedali, case di cura, scuole e parchi giochi per i bambini russo ucraini: gli unici innocenti.
“Infiltrati”, “mercenari”, “volontari”, “consulenti”, “contrattisti”, e vari altri combattenti euro atlantici pro Ucraina impiegati sotto varie mimetizzazioni semantiche – alibi gradito anche alla Russia per evitare lo scontro diretto – si fermino a ovest del fiume Dnepr, che attraversa tutta l’Ucraina da nord a sud fino alla sua foce nel Mar Nero, tenendo Odessa e la costa sul Mar Nero tra la Romania e la foce del Dnepr.
Liberi gli ucraini di voler continuare a combattere a est del Dnepr con le proprie forze.
In ogni caso l’Unione Europea ha dato e continuerà a dare, ma non si chieda ai suoi stati membri di lasciare ancora morire i propri vecchi e i propri malati per alimentare una inesausta sete di sangue spacciata per gloria.
Analisti di cose militari, politiche, e internazionali, suggeriscano qualche dettagliato progetto di armistizio concreto tra i due belligeranti.
I diplomatici dei dopo guerra, talvolta lunghissimi come quello che riguardò la Germania dell’Ovest e la Germania dell’Est dal 1945 al 1989, sono generalmente più intelligenti di quelli degli ante guerra e delle guerre.
Sanno aspettare e trattare, stimolati anche dalla improcrastinabile necessità di rimediare alla infinita stanchezza e miseria dei propri concittadini, per altro palesi ormai a tutti i loro contemporanei popoli del Pianeta che ne temono il contagio.
“Leva civile e militare obbligatoria in Italia” Claudio Susmel
1924 – 2025
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Memoria Patriae prima vis