W.C., Theresa May, e la Terza Guerra Mondiale

Democrazia di guerra
democrazia di pace
e democrazia pre bellica
Summum ius summa iniuria

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il delfino di Hitler Hess decollò da un aeroporto della Germania nazista e atterrò nel Regno Unito per trattare una pace separata tra le due nazioni.
Fu arrestato senza che alcuna notizia in merito all’azione e al suo epilogo giungesse al popolo britannico, così avendo deciso il Governo presieduto da W. C. (nomen omen considerando il suo comportamento nei confronti degli italiani).
I diritti e i desideri (di pace) dei cittadini britannici furono limitati all’essenziale, e anche meno, per conseguire l’obiettivo principale, la vittoria.
Democrazia di guerra.

Durante questi ultimi anni di guerre nazionali diffuse e non troppo intermittenti, si è tenuto un referendum nel Regno Unito, per scegliere di restare nell’Unione Europea o uscirne.
Vinsero gli uscieri, senza che le conseguenze di breve medio e lungo periodo fossero compiutamente e neppure decentemente illustrate a loro come agli elettori favorevoli all’unione tra Europa peninsulare ed Europa insulare; neppure ai sudditi a pieno titolo come quelli di religione anglicana che, al contrario dei cattolici, possono divenire re del Regno Unito ma non troppo.
Ora il diritto dei cittadini britannici ad essere informati e a cambiare idea su questioni importanti qualora le informazioni pregresse in merito si siano rivelate a dir poco insufficienti andrebbe garantito.
Questo dovrebbe garantire il Governo presieduto da una Theresa May sempre meno vispa e sempre più obbligatoriamente svolazzante tra una modalità e l’altra di Brexit schizofrenicamente proposte per evitare di essere spillata  all’elenco degli ex premier britannici dall’opposizione esterna e interna del suo partito.
Democrazia di pace.

A meno che il Regno Unito non si stia preparando alla Terza Guerra Mondiale, alleata con gli Stati Uniti, l’Australia – tutte e tre le nazioni vogliono sbarrare gli ingressi sui loro territori agli stranieri – e con i camerieri non anglofoni di turno.
Democrazia pre bellica.

Il sindaco di Londra Khan ha paura che la City  di Londra, metropoli cosmopolita europea, rischi di perdere lavoro e denaro a fare questo can can di Brexit. E twitteggia a favore di parti del Regno Unito nel mercato comune e nell’unione doganale anche dopo la Brexit; a proposito di Kan, i mussulmani possono divenire re del Regno Unito ma non troppo o no?
La Scozia rivuole la sua indipendenza entro i confini stabiliti dal Vallo dell’Imperatore Adriano, (o Roma non muori proprio mai!).
L’Irlanda del Nord teme che la frontiera con quella repubblicana vieti anche agli anglicani di poter diventare re in una Repubblica d’Irlanda Unificata; unificata, come il buon senso geografico suggerisce.
I socialisti britannici – che forse continueranno a  chiamarsi ancora laburisti e guideranno sempre tenendo la sinistra anche in politica e non solo in autostrada – non si sa che faranno se dopo essere divenuti orfani di tutte le politiche internazionali del mondo lo diventeranno anche di una politica nazionale europea.
Tragica Theresa non più vispa, e neppure più antipaticamente simpatica come un inglese d’altri tempi. Stai veramente combinando guai seri. Dimettiti. Evita al popolo europeo insulare il dramma della disintegrazione istituzionale e sociale, contribuendo così all’indebolimento politico del popolo europeo peninsulare, che se la dovrà vedere con un miliardo e mezzo di cinesi, uno e mezzo d’indiani, e con qualche migliaio di testate nucleari russe ex sovietiche ma non troppo. Non volere disconoscere la volontà popolare britannica che verrebbe avvertitamente espressa da un nuovo referendum circa l’uscita dall’Europa, solo per rispettare quella inavvertitamente espressa col referendum precedente (summum ius summa iniuria).
Dittatura.

P.S. Ieri 28 febbraio a sera, dopo la pubblicazione di questo articolo, Televideo dà notizia del parere favorevole a un nuovo referendum su Brexit, espresso dall’ex premier britannico Major; bene, sia che si tratti di una nuova presa di posizione, o della meditata conferma di un parere espresso da tempo.

 Servizio obbligatorio di leva civile in Italia   Claudio Susmel

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