Concretezza cattolica

Dicono che Don Bosco sia morto … mah …
Facta

Novembre  2019

L’organizzazione senza profitto “Missioni Don Bosco Valdocco Onlus” mi invia regolarmente informazioni circa la sua attività.

Recentemente mi è arrivato un cartoncino dal titolo “La concretezza delle azioni!”, seguito da questo testo:
1.775 oratori e centri di accoglienza giovanili,
3.643 scuole primarie e secondarie,
826 scuole professionali,
46 scuole agricole,
1.926 parrocchie e missioni,
564 opere assistenziali e di promozione sociale (lebbrosari, dispensari medici …),
270 opere speciali per assistenza ai giovani in difficoltà,
448 convitti e pensionati e ancora … acquedotti, infermerie, farmacie, centri nutrizionali per i più piccoli, case per i senzatetto …

Missioni Don Bosco Valdocco Onlus
Via Maria Ausiliatrice, 32 – 10152 Torino – Tel. 011/399.01.01
info@missionidonbosco.org – www.missionidonbosco.org

 “Servizio obbligatorio di leva civile in Italia   Claudio Susmel

Fiume d’Italia
1919 – 2019
Memoria Patriae prima vis

 CLICCANDO SULLA NUVOLETTA CELESTE
POTRETE LASCIARE UN
COMMENTO
(COMPARIRA’ SOLO IL VOSTRO NOME NON LA VOSTRA E-MAIL)

 RELAZIONE SU “I CONFINI NATURALI D’ITALIA”
PER ASSOCIAZIONI E ISTITUZIONI
A RICHIESTA CLAUDIO SUSMEL  INVIERA’ IL PROGRAMMA

Appello agli italiani di Telecapodistria

L’Italia e l’Europa che non ci sono
Verba italibus dederunt

22 novembre 2019

Anche ieri alle 19,00 il telegiornale di Telecapodistria non era visibile sul satellite.
Qui di seguito quanto pubblicato in proposito sul sito dell’emittente.

Appello a sostegno della trasmissione satellitare di TV Capodistria
I giornalisti di TV Capodistria esprimono preoccupazione per il ridimensionamento della visibilità
Il prossimo 9 novembre verrà sospesa la trasmissione satellitare dei programmi italiani di TV Capodistria, a seguito dell’esaurirsi dei finanziamenti, da parte italiana, per la ricezione del nostro segnale sul satellite Hotbird 13 gradi est.
Il venire meno di questa forma di diffusione dei nostri programmi, l’unica in grado di garantire la nostra visibilità sull’intero territorio d’insediamento storico della minoranza italiana, in Istria, Fiume e Dalmazia, ma anche nelle contermini regioni italiane, costituisce una grave menomazione della presenza della comunità nazionale italiana in un’area ove, da molti decenni, le trasmissioni di TV e Radio Capodistria costituiscono un insostituibile strumento di veicolazione della lingua e della cultura italiane e un importante punto di riferimento in difesa dell’identità e del senso di appartenenza degli italiani »rimasti«.
Falliti, al momento, tutti i tentativi tesi a salvaguardare la trasmissione satellitare o a rinvenire delle adeguate soluzioni alternative al satellite, come ad esempio la possibilità di ritrasmettere il nostro segnale sul digitale terrestre nell’area istro-quarnerina, ora si pone di fronte a noi la prospettiva di perdere una parte cospicua, se non prevalente, dei nostri telespettatori e dunque di non poter più svolgere adeguatamente la nostra funzione al servizio della Comunità nazionale italiana.
La perdita del satellite non è una mera questione tecnica o finanziaria, ma rappresenta un problema di fondo, strategico e di prospettiva, dal quale potrebbe dipendere, sotto molti aspetti, il futuro della nostra Emittente e, visto il contesto sempre meno favorevole, quello stesso della minoranza. Oltretutto in questo modo si andrebbe ad eliminare un fattore importante dell’offerta culturale e televisiva in un’area multiculturale, plurietnica e transfrontaliera e ad annullare la portata e il significato stessi del progetto di Televisione transfrontaliera di cui da tempo TV Capodistria è divenuta un fattore importante assieme ai programmi italiani e sloveni della RAI – Sede Regionale per il Friuli Venezia Giulia.
In un quadro generale in cui si va enfatizzando il ruolo delle minoranze in Europa, un Continente sempre più aperto ai valori del pluralismo culturale e linguistico, siamo costretti ad assistere ad una dolorosa battuta d’arresto alla diffusione di una delle emittenti televisive che ha svolto, fra le prime in quest’area, un ruolo fondamentale a sostegno di tali valori e che tuttora costituisce uno dei principali soggetti della Comunità radiotelevisiva italofona.
A questo fine le redazioni giornalistiche dei programmi italiani di TV Capodistria si appellano al Governo, al Parlamento e alle principali istituzioni italiane, agli organismi politici sloveni, all’Ente radiotelevisivo pubblico della Slovenia, così come a tutti i rappresentanti istituzionali della Comunità italiana in Slovenia e Croazia, affinché trovino una soluzione, anche temporanea, atta a garantire la prosecuzione della trasmissione satellitare dei nostri programmi, in attesa dell’individuazione di un’adeguata alternativa alla ricezione dei nostri programmi nell’area complessiva di insediamento storico della minoranza italiana.
Le redazioni dei programmi italiani di TV Capodistria

A inevitabile commento della Vittoria, conseguita in armi nel 1918 e sul campo di battaglia della diplomazia tra il 1919 e il 1924, che incluse Capodistria e il resto della penisola istriana nei confini politici italiani, si fa dai più il computo dei morti – oltre 600.000 – e del costo economico – una voragine – che furono necessari per conseguirla.
Oggi, per avere solo la possibilità di vedere luoghi e persone dell’Istria cari a noi italiani sarebbero sufficienti meno di trecentomila euro, ma trovarli sembra costituire un ostacolo insormontabile.

Dov’è il partito politico che vuole legare  gli italiani?, dove quello che afferma di non dimenticare la fiamma tricolore dell’amore per l’Italia?, dove quello che vuole lo ius culturae per i transalpini?, dove quello che ama la visibilità del voto sul web?
E dov’è il Cavaliere che ha il più grande gruppo televisivo privato in Italia e per il quale trecentomila euro sono forse appena sufficienti per comprare una commode di prestigio?

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia”   Claudio Susmel

Fiume d’Italia
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Lega Nazionale Italiana

Chiarezza anche nel simbolo per il partito di Matteo Salvini
Currus insignibus Italiae ornatus

18 novembre 2019

Lega Nazionale Italiana.
Per la Lega di Matteo Salvini è arrivato il momento di chiamarsi così.

Tra l’altro, per una volta, la sostanza avrà preceduto la forma.
Sul Carroccio infatti, da tempo sono già saliti elettori provenienti da tutta Italia, conferendo  al simbolo quella dignità nazionale che già ebbe nella storia d’Italia quando condusse la sua vittoriosa battaglia contro l’ennesimo invasore transalpino.
Auspicabile che si chiami così il partito politico che si batte perché l’ingresso in Italia di stranieri provenienti da qualsiasi punto geografico del Pianeta avvenga solo con l’autorizzazione della nazione italiana.
Auspicabile che si chiami così il partito politico che vorrà candidare sin da ora ufficialmente alla futura Presidenza della Repubblica Italiana Mario Draghi, anche per chiarire che contestare alcune decisioni delle istituzioni europee non significa voler uscire dal sistema economico basato sull’euro strenuamente difeso dal Governatore appena appena emerito della BCE Mario Draghi, non significa voler uscire dalla Comunità Europea nell’ambito della quale Draghi ha combattuto con pacatezza di forma e risolutezza di decisioni certi rigorismi tedeschi che non erano propriamente propedeutici alla nascita di un’autentica Federazione Europea.

La Lega Nazionale Italiana potrebbe anche spendere alcune parole – non solo parole – per il rinnovo del noleggio del satellite che consente la bene diffusa visione di Telecapodistria agli italofoni d’Italia, Slovenia e Croazia, visione interrotta da pochi giorni.
O quest’ultima presa di posizione è più consona alle tradizioni politiche di qualche suo alleato?

 “Servizio obbligatorio di leva civile in Italia”   Claudio Susmel

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