Appello agli italiani di Telecapodistria

L’Italia e l’Europa che non ci sono
Verba italibus dederunt

22 novembre 2019

Anche ieri alle 19,00 il telegiornale di Telecapodistria non era visibile sul satellite.
Qui di seguito quanto pubblicato in proposito sul sito dell’emittente.

Appello a sostegno della trasmissione satellitare di TV Capodistria
I giornalisti di TV Capodistria esprimono preoccupazione per il ridimensionamento della visibilità
Il prossimo 9 novembre verrà sospesa la trasmissione satellitare dei programmi italiani di TV Capodistria, a seguito dell’esaurirsi dei finanziamenti, da parte italiana, per la ricezione del nostro segnale sul satellite Hotbird 13 gradi est.
Il venire meno di questa forma di diffusione dei nostri programmi, l’unica in grado di garantire la nostra visibilità sull’intero territorio d’insediamento storico della minoranza italiana, in Istria, Fiume e Dalmazia, ma anche nelle contermini regioni italiane, costituisce una grave menomazione della presenza della comunità nazionale italiana in un’area ove, da molti decenni, le trasmissioni di TV e Radio Capodistria costituiscono un insostituibile strumento di veicolazione della lingua e della cultura italiane e un importante punto di riferimento in difesa dell’identità e del senso di appartenenza degli italiani »rimasti«.
Falliti, al momento, tutti i tentativi tesi a salvaguardare la trasmissione satellitare o a rinvenire delle adeguate soluzioni alternative al satellite, come ad esempio la possibilità di ritrasmettere il nostro segnale sul digitale terrestre nell’area istro-quarnerina, ora si pone di fronte a noi la prospettiva di perdere una parte cospicua, se non prevalente, dei nostri telespettatori e dunque di non poter più svolgere adeguatamente la nostra funzione al servizio della Comunità nazionale italiana.
La perdita del satellite non è una mera questione tecnica o finanziaria, ma rappresenta un problema di fondo, strategico e di prospettiva, dal quale potrebbe dipendere, sotto molti aspetti, il futuro della nostra Emittente e, visto il contesto sempre meno favorevole, quello stesso della minoranza. Oltretutto in questo modo si andrebbe ad eliminare un fattore importante dell’offerta culturale e televisiva in un’area multiculturale, plurietnica e transfrontaliera e ad annullare la portata e il significato stessi del progetto di Televisione transfrontaliera di cui da tempo TV Capodistria è divenuta un fattore importante assieme ai programmi italiani e sloveni della RAI – Sede Regionale per il Friuli Venezia Giulia.
In un quadro generale in cui si va enfatizzando il ruolo delle minoranze in Europa, un Continente sempre più aperto ai valori del pluralismo culturale e linguistico, siamo costretti ad assistere ad una dolorosa battuta d’arresto alla diffusione di una delle emittenti televisive che ha svolto, fra le prime in quest’area, un ruolo fondamentale a sostegno di tali valori e che tuttora costituisce uno dei principali soggetti della Comunità radiotelevisiva italofona.
A questo fine le redazioni giornalistiche dei programmi italiani di TV Capodistria si appellano al Governo, al Parlamento e alle principali istituzioni italiane, agli organismi politici sloveni, all’Ente radiotelevisivo pubblico della Slovenia, così come a tutti i rappresentanti istituzionali della Comunità italiana in Slovenia e Croazia, affinché trovino una soluzione, anche temporanea, atta a garantire la prosecuzione della trasmissione satellitare dei nostri programmi, in attesa dell’individuazione di un’adeguata alternativa alla ricezione dei nostri programmi nell’area complessiva di insediamento storico della minoranza italiana.
Le redazioni dei programmi italiani di TV Capodistria

A inevitabile commento della Vittoria, conseguita in armi nel 1918 e sul campo di battaglia della diplomazia tra il 1919 e il 1924, che incluse Capodistria e il resto della penisola istriana nei confini politici italiani, si fa dai più il computo dei morti – oltre 600.000 – e del costo economico – una voragine – che furono necessari per conseguirla.
Oggi, per avere solo la possibilità di vedere luoghi e persone dell’Istria cari a noi italiani sarebbero sufficienti meno di trecentomila euro, ma trovarli sembra costituire un ostacolo insormontabile.

Dov’è il partito politico che vuole legare  gli italiani?, dove quello che afferma di non dimenticare la fiamma tricolore dell’amore per l’Italia?, dove quello che vuole lo ius culturae per i transalpini?, dove quello che ama la visibilità del voto sul web?
E dov’è il Cavaliere che ha il più grande gruppo televisivo privato in Italia e per il quale trecentomila euro sono forse appena sufficienti per comprare una commode di prestigio?

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia”   Claudio Susmel

Fiume d’Italia
1919 – 2019
Memoria Patriae prima vis

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RELAZIONE SU “I CONFINI NATURALI D’ITALIA”
PER ASSOCIAZIONI E ISTITUZIONI
A RICHIESTA CLAUDIO SUSMEL  INVIERA’ IL PROGRAMMA 

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