Lo strano confronto tra due Imperi

Bar Spread
Arbor ex pomis

Al Bar Spread, un signore con cappello e uno studente di Storia e Filosofia con bicicletta sfogliano alcuni quotidiani.

“E’ curioso come ancora oggi vi siano italiani e britannici che si disputano il merito di aver costruito l’Impero più grande del mondo.”
“Invece di occuparsi delle rispettive vive follie del debito pubblico e della brexit, preferiscono  parlare di due defunti.”
“Defunti per la politica, per la storiografia due Imperi come quello romano e quello britannico sono piuttosto vivi. Non è questa una materia dei suoi studi?”
“Appunto per questo ho parlato di due defunti, visto che non esistono più.”
“Già, quello britannico fin dal’immediato loro vittorioso dopo guerra; curioso come decine di milioni di morti causati da una Guerra Mondiale innescata dalla rivalità tra nazioni europee abbiano segnato il declino anche di stati d’Europa vincitori.”
“Perché curioso? Tra i due litiganti i terzi godono.
“Dev’essere un manuale di storia prestigioso quello da cui ha attinto un pensiero così profondo.”
“Ho sintetizzato per adeguarmi a una conversazione da bar, e in ogni caso è un pensiero non meno profondo della battuta finale che lei si riserva per la fine di questa conversazione.”
“Può darsi. Prima però mi lasci il tempo di meravigliarmi un poco nell’osservare che europei insulari ed europei peninsulari rinnovino ancora oggi i conflitti politici del secolo scorso; pare che la Storia sia una magistra vitae che non riesce a trovare studenti attenti nel Vecchio continente.”
“La battuta?”
“Vuole sentirla anche se intrisa di nazionalismo e di una qualche suggestiva condiscendenza nei confronti di una nazione straniera?”
“La battuta.”
“L’Impero romano è stato palesemente il più grande perchè ha lasciato al mondo la Gran Bretagna, mentre l’Impero britannico ha lasciato al mondo l’India. ”
“Hm … sì … però …”

“Ci porta altri due caffè per favore?”
“Uno solo, per me un succo di pomodoro, grazie”.

Trilinguismo obbligatorio nelle scuole dell'Unione Europea  Claudio Susmel

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Il Presidente degli Stati Uniti chiede che almeno un 2% del patriottismo NATO sia armato e non solo chiacchierato

Trump Tower o Donald Duck?
Si vis pacem para pecuniam

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump sostiene che la N.A.T.O. debba essere tenuta in piedi non solo con le spese del contribuente statunitense, perciò da tempo ha chiesto che ogni membro dell’Alleanza spenda almeno il 2% del PIL per la Difesa.
Il concetto è stato ribadito recentemente a Bruxelles dal Segretario della Difesa Iames Mattis: “… il contribuente americano [intendeva dire statunitense] non può avere più a cuore il futuro dei vostri figli di quanto non l’abbiate voi”. Come dargli torto?

C’è proprio bisogno del non disinteressato invito statunitense per ritenere giusto in Italia uno stanziamento per la Difesa più alto di quello attuale?
Gli schiavisti in partenza dalle coste libiche sbeffeggiano la nostra sovranità nazionale, violando quotidianamente le leggi sull’immigrazione; il terrorismo internazionale ha colpito duramente la Francia, una nazione nostra confinante; aumenta la proiezione mediterranea della Russia che, dopo aver rinsaldato la sua presenza nella sanguinolenta  Siria, ospita a bordo di una sua portaerei in navigazione nel Mediterraneo il generale libico Haftar, di fatto oggi arbitro di mezza Cirenaica; la Turchia mostra di essere dotata di tale saggezza e prudenza da abbattere un aereo militare russo.
Non ce n’è abbastanza per programmare Forze Armate di terra, di mare e dell’aria in grado di far riflettere l’imperialista di turno sui costi che dovrebbe affrontare per offenderci in un qualche modo e misura?
E gli esempi di instabilità politico militare internazionale a ridosso dei nostri confini terrestri, marittimi e aerei potrebbero continuare.
No, questa volta non ha starnazzato Donald Duck, questa volta ha parlato Trump Tower, transatlantica torre ferma nella convinzione che la pace, la sicurezza, la libertà, la dignità, ogni nazione la difende con i propri sacrifici non con l’indolenza programmatica e operativa, se non addirittura stendendo il piattino che alla fine riceverebbe sì l’obolo della nazione alleata più ricca del Pianeta, ma anche il giusto disprezzo che merita chiunque elemosini l’aiuto altrui senza aver prima speso ogni propria risorsa.
Auguriamoci quindi che l’invito di Trump Tower si riveli superfluo in brevissimo tempo per la nazione di Cesare Battisti, Luigi Durand de la Penne, Mario Visintini e Salvo D’Acquisto.

Gli eroi militari italiani qui dimenticati non s’offendano, grazie a Dio sono talmente tanti che è impossibile ricordarli tutti e fare classifiche.

"Trilinguismo obbligatorio nelle scuole dell'Unione Europea"    Claudio Susmel

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Marie Le Pen, la specialista in divorzi, vuole portare la Francia fuori da euro, UE e NATO

Bar Spread
Quid postea?

Al Bar Spread, un signore con cappello e uno studente di Storia e Filosofia con bicicletta sfogliano alcuni quotidiani.

“Marie Le Pen, l’avvocato francese Presidente del Fronte Nazionale vuole divorziare.”
“Ha divorziato dal primo e dal secondo marito, non sapevo si fosse sposata per la terza volta.”
“Non parlo della sua vita privata.”
“Divorziare da che allora?”
“Dall’euro.”
“Non è la sola, e poi ci sono altri stati europei che non lo hanno mai adottato.”
“Vuole divorziare anche dall’Unione Europea.”
“Se ho letto bene solo a seguito di un pronunciamento referendario.”
“E vuole divorziare dalla NATO.”
“Come De Gaulle alcuni decenni fa. Preoccupato?”
“No, ma un patriottismo basato sui divorzi da più assemblaggi internazionali non mi convince.”
“Anche perché ad alcuni basamenti cattolici della sua educazione il termine divorzio ripugna epidermicamente.”
“Può darsi. In ogni caso quando dovesse riuscire a isolare del tutto la sua nazione, che farebbe da Presidente?, chiederebbe l’annessione alla Francia della Val d’Aosta?
“Ma che dice?”
“Dico che ci provò De Gaulle nel dopoguerra.”
“Altri tempi.”
“Che questa specialista in divorzi sembra voglia far ritornare.”
“Hm … sì … però …”

“Ci porta altri due caffè per favore?”
“Uno solo, per me un succo di pomodoro, grazie”.

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