Pertinenti e barbari nel golfo del Quarnaro

Un acconto di bilinguismo visivo e la foiba Galeb a Fiume – Rijeka
Civitas falsos pavores induit

Civitas falsos pavores induit.
La Città di Fiume – Rijeka è piena di false paure.
Ha paura di liberarsi del barbaro passato recente e di ricordare la sua civilissima Storia.

Recentemente sono state murate nel centro della Città poche lapidi con i vecchi nomi delle strade, fino ad oggi scritti solo in croato.
Molti vecchi nomi uno sopra l’altro, che formalmente sembrano indizio di democratica minuziosa memoria storica, ma che di fatto negano che a Fiume a far data almeno dal 1400 si scriveva in latino e italiano, si parlava in italiano e croato.
Pure, quelle lapidi sono il frutto di faticose estenuanti trattative condotte dalle Comunità degli italiani rimasti in Città e dalle Associazioni degli esuli del dopo guerra: un acconto sul dovuto.
Ora ci si aspetta che il Console d’Italia a Fiume chieda, col garbo e l’eleganza che sembrano contraddistinguerlo, qualcosa in più di poche targhe amovibili senza preavviso da Zagabria; potrà essergli utile ripassare le norme dello Statuto dell’Alto Adige in materia di bilinguismo, che certamente già conosce.

Il bilinguismo visivo e parlato e scritto a Fiume – Rijeka deve essere tutelato dalla Comunità Europea, quella stessa che eroga fondi alla Croazia traendole dal bilancio comunitario di cui l’Italia è contribuente attivo, che dà cioè più di quanto riceve.
O si ritiene che quei fondi siano meglio utilizzati per riattare Galeb, la nave di rappresentanza del sanguinario dittatore Tito?, un vascello che navigò col favore delle tenebre più infami della pulizia etnica perpetrata anche a danno degli italiani di Fiume al termine della Seconda guerra Mondiale, ottenendo così la drastica riduzione della multi etnicità fiumana.
La foiba Galeb – con i fondi europei – sia trasportata fuori dalle acque di Fiume – Rijeka con le quali non ha nulla a che spartire e venga rottamata e venduta a favore degli indigenti fiumani.
Lontano dalla città plurisecolarmente multilingue e multietnica designata Capitale europea della cultura 2020.

Signor sindaco Obersnel rimuova dalla Città – Grad il vascello delle tenebre.
Le renda compiutamente la sua memoria visiva e scritta.
O sarà disprezzato dai suoi figli e dai suoi nipoti e pronipoti.
Non si illuda, anche dai suoi figli nipoti e pronipoti croatofoni, quelli che affannosamente cercano cartoline e altri segni della vita e della storia della loro madre nei mercatini e alle aste mediatiche di tutto il Pianeta.
Un sindaco di Fiume – Rijeka può essere di madre lingua italiana o croata, ma non può non essere bilingue e non volere la sua Città – Grad bilingue, altrimenti passerà alla Storia di Fiume non come pertinente, ma solo come barbaro occupante.

Fiume d’Italia
1919 – 2019
Memoria Patriae prima vis

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia   Claudio Susmel

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