L’emendamento di Alberto Costa che tutela tutti gli europei, peninsulari e insulari

Sua Maestà il buon senso
alla Camera dei Comuni del Regno Unito
Civis europaeus sum

4 marzo 2019

La camera dei Comuni del Regno Unito ha approvato l’emendamento del Deputato Alberto Costa – cittadino britannico con genitori italiani – per cui i diritti dei cittadini britannici nella Comunità Europea e i diritti dei cittadini della Comunità Europea nel Regno Unito saranno tutelati a prescindere dalle trattative in corso per l’uscita del Regno Unito dall’Europa politica (Brexit).

Albertone nostro ha dichiarato tra l’altro: “Delighted to see my amendment pass with the Gov adopting in full …  immensely grateful to those colleagues who have supported … so many messages of hope/encouragement …” e ancora che: “… una vittoria straordinaria … qualcosa che ha chiesto e voluto l’intero Parlamento britannico, dai brexiters agli europeisti …”, invitando poi la Comunità Europea a fare altrettanto.
Tutto bene quindi?
No, Albertone si è dovuto dimettere proprio perché il Parlamento britannico, sfidando la consuetudine di questi ultimi anni, ha dato prova di unanime buon senso appoggiando la sua iniziativa all’unanimità: così facendo l’iniziativa del Deputato Costa pare sia stata considerata da May un’iniziativa fuori dai binari del suo Governo, quelli formali e quelli di una trattativa nella quale la May voleva poter inserire anche questo tema.
Ma pare anche – i pare, i si dice, i sembrerebbe sono d’obbligo considerato l’andazzo a dir poco segmentato e confuso della May e del suo Governo di cui si fa fatica a imparare i nomi dei suoi componenti vista la velocità con cui vengono nominati e con la quale si dimettono – pare anche che il Governo abbia fatto un ennesimo dietrofront dichiarando di voler appoggiare l’emendamento.
Ormai May & c. sono alla follia pura.

Coraggio Albertone, non mollare!
Non solo la geografia è con te, ma anche la Storia che sta cominciando ad ubbidirle.

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia   Claudio Susmel 

Fiume d’Italia
1919 – 2019
Memoria Patriae prima vis

Le tantissime medaglie del soldato D’Annunzio, già.
E il politico?
Chi era l’uomo che occupò la città edificata a ovest delle Alpi Giulie, a maggioranza etnica italiana e strategicamente importante per i suoi cantieri navali, sottraendola all’influenza politico economica degli alleati, e alle minacce d’invasione dei serbo – croati?
Difficile identificare i molteplici aspetti della sua personalità di scrittore e di soldato pluridecorato per meriti di guerra. Tre testimonianze sembrano però confermare una linea guida nel suo pensiero politico:
“ … Italiani d’ogni generazione e d’ogni confessione, nati dall’unica madre, gente nostra, sangue nostro, fratelli … “ (Dal discorso tenuto il 5 maggio del 1915 allo Scoglio di Quarto per l’inaugurazione del monumento alla spedizione garibaldina dei mille, riportato in L’Italia nella Grande Guerra pag. 59, Gian Dàuli, Milano, Edizioni Aurora, 1935).
“ …  La Reggenza riconosce e conferma la sovranità di tutti i cittadini senza divario di sesso, di stirpe, di lingua, di classe, di religione … Ogni culto religioso è ammesso, è rispettato, e può edificare il suo tempio … Le scuole pubbliche accolgono i seguaci di tutte le confessioni religiose, i credenti di tutte le fedi, e quelli che possono vivere senza altare e senza dio … ” (Da vari articoli de La Reggenza italiana del Carnaro da lui scritta, pubblicata in Comando di Fiume d’Italia Bollettino Ufficiale n.31 pagg. 3-7, Fiume, Tipografia La Vedetta d’Italia, 1 settembre 1920).
“ … tu sei per respingere fieramente il marrano Adolf Hitler dall’ignobile faccia offuscata sotto gli indelebili schizzi della tinta di calce e di colla ond’egli aveva zuppo il pennello, o la pennellessa, in cima alla canna, o alla pertica, divenutagli scettro di pagliaccio feroce non senza ciuffo prolungato alla radice del suo naso nazi …“ (Da una lettera del 9 ottobre 1933 a Mussolini, inviatagli quando D’Annunzio seppe dei suoi progetti di riavvicinamento alla Francia, riportata in D’Annunzio politico 1918-1938 pag. 211, Renzo De Felice, Bari, Laterza, 1978).
Fiume venne annessa all’Italia col Patto di Roma del 27 gennaio 1924, grazie agli sforzi diplomatici e al sangue versato dagli “… Italiani d’ogni generazione e d’ogni confessione, nati dall’unica madre, gente nostra, sangue nostro, fratelli …”.
Un Dio misericordioso tolse alla vita terrena il lussurioso Principe di Monte Nevoso, prima che fosse costretto a  leggere il testo delle leggi antisemite promulgate in Italia nel 1938. 

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