Fanta Almanacco 2018
Actio prima dea
Il 2018, centenario della vittoriosa battaglia di Vittorio Veneto, vedrà certamente i politici italiani lasciar perdere le tatticuccie elettorali a base di bonus vari durante le preannunciate elettorali giornate di marzo, in favore di una rinnovata strategia volta al completamento dell’unità d’Italia.
Progetto il cui ultimo atto positivo è stato rappresentato nel 1977 con la ratifica del Trattato di Osimo, che ha sancito il riconoscimento giuridico internazionale della sovranità politica italiana sulla Zona A del Territorio Libero di Trieste e il recupero delle sacche territoriali del Colovrat e del Sabotino occupate dagli jugo slavi in spregio del Trattato di Pace del 1947.
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L’ex comunista Fassino si recherà sul Monte Bianco ribadendo la sovranità italiana sul suo versante orientale con lo sventolare un enorme Tricolore verde, bianco e rosso (quest’ultima banda di dimensioni doppie rispetto alle prime due); sfidando le leggi della fisica e del proprio fisico non decollerà per rossi nostalgici tramonti, ma discenderà a inquinate sottostanti valli con lunghi ossuti passi.
Si porterà poi al Passo del Piccolo San Bernardo, onde inaugurare il Territorio Europeo n. 1 comprendente l’intero Passo e qualche chilometro quadrato intorno, con bilinguismo perfetto italiano francese, alternanza triennale al governo del Territorio di un Governatore francese con uno italiano, e bandiera azzurro stellata – stelle color oro – issata al centro del Passo.
Il multi presidente Berlusconi inframmezzando le sue mancate confessioni ottuagenarie ad articolazioni mascellari non proprio spedite, raggiungerà il passo del Sempione divenuto il nuovo confine tra Italia e Svizzera per la cerimonia di annessione all’Italia del territorio situato a sud del Passo, e poi alla Val di Lei, territorio geograficamente non italiano, che verrà annessa alla Svizzera; incapace di accontentarsi del risultato ottenuto, comincerà a parlare di una televisione italiana per i Cantoni del Ticino e dei Grigioni, ma le autorità svizzere presenti opporranno alle sue parole la così detta tattica del gruviera, un ascolto cioè cortese ma che lascia passare le parole dell’interlocutore attraverso la forma dei loro discorsi ricchi di ponderate ampie pause.
Il prevalentemente settentrionale Salvini viaggerà per l’Alto Adige, dove terrà un comizio sulla intangibilità delle Alpi e del confine militare ivi necessario vista la forte presenza di una comunità tedescofona a ridosso del confine con l’Austria; in quell’occasione presenterà il nuovo simbolo del suo partito recante la scritta “Lega Nazionale Italiana”, arcuata all’interno di un disegno stilizzato delle Alpi, da Villafranca al fiume Boiana.
La adolescenzial – frangetta – dotata Serracchiani si muoverà nel Friuli Venezia Giulia issando la sua parlata con labbra strette di pudica fanciulla sul Monte Tricorno, riconosciuto unanimemente quale bastione alpino del confine naturale tra Italia e Slovenia, e con un discorso in perfetto sloveno assicurerà i diritti di proprietà, di lingua, di pensiero e quant’altro ai nuovi cittadini italiani di madre lingua slovena.
Il Direttore dell’Archivio Museo di Fiume Marino Micich verrà ricevuto a Palazzo Modello a Fiume, dove il sindaco della città Voiko Obersnel proclamerà ufficialmente il bilinguismo perfetto croato italiano nel territorio storico del Corpus Separatum di Fiume, non tralasciando di pronunciare qualche orgogliosa sorridente parola di saluto: … per secoli l’italiano è stata l’unica lingua ufficiale di Fiume, da sindaco croato di Rijeka – Fiume, quella che voi italiani chiamate Fiume – Rijeka, voglio fare di meglio per tutti i fiumani che desiderano vivere in pace, proclamando per motivi storici ed etnici il paritetico diritto di parlare e scrivere e legiferare in croato e italiano per tutto il territorio della mia città.
Il dott. Micich replicherà giurando di fronte all’immagine di San Vito, il santo patrono della Città, che qualora in futuro l’amministrazione dovesse di nuovo essere italiana – i ribalton da quelle parti sono ciclici – impegnerebbe sé stesso e tutti i collaboratori del Museo da lui diretto a mantenere quanto decretato dal sindaco Obersnel, diventato davvero, dopo l’applicazione del bilinguismo perfetto italiano croato in Città, il sindaco di tutti i fiumani, e non solo a chiacchiere per motivi propagandistici in vista delle celebrazioni di Fiume capitale europea della cultura.
L’onorevole La Russa navigherà verso Gozo, per la cerimonia di conferimento dello status di Provincia Autonoma alle Isole Maltesi nell’ambito della Repubblica italiana, limitato per il momento dall’esclusione dell’Isola di Malta; non mancheranno da parte del sosia catanese del personaggio Rasputin di Ugo Pratt, numerose raucedini vantanti la sua nascita in Sicilia, isola facente parte dell’Arcipelago Meridionale Italiano al pari delle isole di Gozo, Filfola e Cominotto incluse nella nuova Provincia Italiana.
Il senatore emerito Massimo Fantola, fondatore del partito dei Riformatori Sardi, si recherà a Santa Teresa di Gallura, dove riceverà una delegazione del partito Pe’ a Corsica capeggiata da Talamoni, e insieme dichiareranno di voler unire gli sforzi per costruire una ferrovia che colleghi Cagliari a Santa Teresa, Bonifacio, Bastia, Piombino, perché finalmente riavvicini nell’Arcipelago sardo corso toscano le sue isole che la storia scritta dall’esercito invasore di Francia ha diviso dal 1769 in spregio alla geografia, causando enormi persistenti danni culturali ed economici ai suoi abitanti.
Fantola, col suo parlare quieto – razionale, dichiarerà poi che chiederà di inserire nello Statuto della Regione Sardegna un articolo che preveda quale intento principale della politica sarda riformata l’unificazione politica delle isole dell’Arcipelago nell’ambito della Repubblica italiana.
L’insularità si sconfigge osservando la Geografia, leggendo la Storia, adeguando la Politica alla Geografia ed alla Storia.
Così parlerà Fantola, e tutti i suoi fedeli correranno ad acquistare un atlante.
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Speranze, ingenuità, grossolanità diplomatiche, errori, li ebbero e li commisero anche Cavour, Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele II.
Ma agirono, ottenendo l’edificazione del primo nucleo dell’unità d’Italia.
Vennero poi annesse altre Regioni all’Italia, e in ultimo venne ottenuta la restituzione della Zona A del Territorio Libero di Trieste.
Su queste nostre terre dopo secoli finalmente riunite, milioni di chiacchieroni poltronisti hanno poi infaticabilmente discusso di posti di lavoro, senza però ottenere la restituzione di un solo ulteriore metro quadrato di terra geograficamente italiana, sul quale edificare le fattorie e le fabbriche indispensabili per la creazione degli stessi.
Speranze, ingenuità, errori, grossolanità giornalistiche, anche da parte di chi più giù si firma, ma che non smette di combattere la giusta battaglia, e che sporgendosi dal vostro Oblo’ vi fa i suoi auguri.
Buon Natale, anche ai non cristiani.
Buon Anno, anche ai transalpini.
“Servizio obbligatorio di leva civile in Italia” Claudio Susmel
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