La guerra sulle Alpi
Vestem mutavisti infelix Austria sed ipsa manes
Il tedescofono Governo austriaco ha chiesto all’Italia più attenzione ai movimenti dei migranti extraeuropei, perché non varchino il Valico del Brennero calpestando il sacro suolo della altrettanto tedescofona nazione austriaca.
Per ottenere questo risultato non ha esitato a minacciare una intensificazione dei controlli sul suo versante del Valico e l’edificazione di barriere di varia consistenza materica. Si è spinta infine a chiedere il controllo da parte di poliziotti austriaci sui treni transalpini anche se ancora rumoreggianti su traversine italiane. E’ andata a finire che si sono evitate le misure di sbarramento mediaticamente più evidenti e che alcuni “osservatori” austriaci hanno affiancato i poliziotti italiani sui controlli ferroviari che vengono effettuati in territorio italiano.
“Osservatori” che qualora godessero di una pausa di lavoro in Alto Adige, non avrebbero difficoltà ad orientarsi su diversi sentieri di montagna scritti come sono in tedesco. Solo in tedesco.
Sembra invece che il Governo Italiano l’orientamento, per quanto riguarda l’Alto Adige, l’abbia perso. Proviamo a ricordargli gli elementi essenziali per ritrovarlo: il controllo politico dei territori al di qua del confine alpino è di competenza della Repubblica Italiana, che deve garantire ai propri cittadini la sicurezza con le proprie forze di polizia non con quelle straniere, e deve garantirgli il diritto di muoversi ovunque per le sue strade – anche per quei sentieri di montagna altoatesini la cui annessione ci è costata seicentomila morti durante la Quinta Guerra d’Indipendenza – trovando scritte (anche) in italiano tutte le indicazioni utili a percorrerle.
Anche perché i novanta milioni di tedescofoni che oggi amano il sole esattamente come i loro avi lo amavano ieri e l’altro ieri e l’altro ieri ancora, vanno monitorati con attenzione estrema, specie se a ridosso di una regione italiana linguisticamente italo tedesca.
Presidente del Consiglio sta attento, e riguardati ogni tanto i ghigni sorridenti degli impiccatori austroungarici intorno al cadavere di Cesare Battisti: al Brennero e in Trentino – Alto Adige è cambiata la forma della guerra, non la sostanza.
“La Turchia in Europa è la fine dell’Europa” Claudio Susmel
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