Gorizia, la città liberata e poi (in parte) perduta

“Le cento città d’Italia illustrate” della Sonzogno
Una eris exsilio cum domum pars tua redierit

La casa editrice Sonzogno ha ristampato tra le due guerre mondiali “Le cento città d’Italia illustrate”, collana di cui … ogni fascicolo, con 50 e più illustrazioni, descrive una città o una regione. Gli italiani che vogliono ben conoscere il loro paese, la storia delle città, le meravigliose bellezze naturali ed artistiche hanno una guida sicura, interessantissima e dilettevole perché eminentemente rappresentativa (1).
L’Editore non poteva certo prevedere, in quegli anni così vicini alla Vittoria del 1918, che alcuni numeri di questa collana sarebbero divenuti ancora più cari agli italiani, in quanto contenenti indicazioni e illustrazioni semplici ma fondamentali per evitare che la coscienza territoriale nazionale degli italiani venisse cancellata dalle pubblicazioni dei paesi stranieri che attualmente occupano alcune delle nostre città, o parte di esse, in conseguenza del Trattato di Pace del 1947.

Il fascicolo n. 225 scrive di Gorizia, Capoluogo di Provincia della Venezia Giulia.
La città isontina era protetta dal confine politico fissato per la più parte su quello naturale delle Alpi Giulie; quel confine che dallo spartiacque del Monte Tricorno volgeva in direzione sud est verso il Monte Nevoso comprendendolo tutto, salvo raggiungere l’Adriatico a Fiume, separando così la quasi totalità del territorio naturale della Venezia Giulia dalle nazioni transalpine.
Sulla prima di copertina campeggia il Castello con un grande candido leone di San Marco, mentre la seconda di copertina mostra alcune suggestive vedute della Città;  altre foto nelle pagine seguenti mostrano la quieta armonia architettonica di una città giardino.
Il fascicolo tutto, dopo un breve canovaccio storico che racconta le contese tra Venezia, l’Austria e la Francia per avere Gorizia, e le lotte risorgimentali dell’etnia italiana per preservarne il carattere nazionale, ricorda e celebra la vittoriosa Quinta Guerra d’Indipendenza Italiana, che guadagnò l’annessione della Città all’Italia. Non stupisce quindi l’alto numero di illustrazioni che descrivono cimiteri di guerra, sacrari, e obelischi ai caduti, in un territorio che soffrì come pochi altri le violenze belliche, anche per la sua prossimità al Monte Sabotino, al Monte Santo e al Monte San Gabriele, per citare solo alcuni dei teatri di sanguinosissime battaglie. E ancora quando scrive di arte e di uomini illustri, di scuole e di giornalismo, di industria e di commercio, da ogni pagina viene fuori il canovaccio essenziale che è quello del patriottismo e delle sofferenze patite da tanti goriziani prima e durante la guerra, fino a quando la battaglia finale di Vittorio Veneto del 1918 e il Trattato di Rapallo del 1920 non recupereranno la “Regina dell’Isonzo” al condominio politico della nazione italiana.
La velleitaria guerra del 1940 – 1943 che nell’ambito della Seconda Guerra Mondiale l’Italia dichiarò a numerosi Stati e l’avidità dei rapaci vicini slavi troveranno il loro epilogo nel Trattato di Pace del 1947, che assegnerà la gran parte del territorio provinciale del capoluogo isontino e una parte minoritaria della stessa città alla Jugoslavia, cui succedette la Slovenia.
I recenti rotoli di filo spinato riapparsi lungo numerosi tratti dei confini slavo balcanici ci ricordano che pur con tutte le attenuazioni giuridiche derivanti dalla comune appartenenza di Italia e Slovenia all’Unione Europea, i confini politici nazionali hanno ancora un significato importante.
Per l’Italia non possono essere che le Alpi a tracciarli, a difesa di Gorizia e di tutte le altre Province italiane.

I fascicoli della Sonzogno, di 16 pagine e circa 40 illustrazioni ciascuno, si trovano anche nei mercatini per pochi euro.

(1) – Fascicolo n. 225, quarta di copertina.

“La Turchia in Europa è la fine dell’Europa”    Claudio Susmel

CLICCANDO SULLA NUVOLETTA CELESTE A FIANCO DEL TITOLO POTRETE LASCIARE UN COMMENTO (COMPARIRA’ SOLO IL VOSTRO NOME NON LA VOSTRA E-MAIL)

POTETE INVIARE A CLAUDIO SUSMEL LE E-MAIL
DI CHI DESIDERA ESSERE INSERITO NELL’INDIRIZZARIO DI OBLO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *