Bar Spread
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Al Bar Spread, un signore con cappello e uno studente di Storia e Filosofia con bicicletta sfogliano alcuni quotidiani.

“E se cominciassimo dal barbiere di Francois Hollande?”
“A fare che?”
“A impedirgli di uccidere.”
“Non sapevo ci fosse un’epidemia di barbieri assassini.”
“Sembra di sì, perché oltre a quelli di attori, di giocatori di calcio e di altra fauna dai
guadagni milionari, pare ci siano anche quelli dei politici.”
“Le disgrazie italiane, francesi e turche l’hanno fatta uscire dal suo compìto e un po’ antiquato senno?”
“Ho sentito che il barbiere di Francois Hollande guadagna diecimila euro al mese.”
“Li usa per comprare mitra e uccidere la gente?”
“No.”
“Allora perché sarebbe un assassino?”
“Non lo è.”
“Le dispiacerebbe dare un corso univoco alla sua narrazione?”
“Quel barbiere è in questi giorni il simbolo di uno spreco di denaro e di tempo insopportabile; stando a quel che si legge e si ascolta, non sembra che le forze addette alla sicurezza dei francesi e dei turisti siano state particolarmente vigili: a Nizza gli è scappato uno stragista che ha ucciso oltre ottanta persone.”
“Hollande dovrebbe fare il capellone per andare meno dal barbiere o fare alla svelta da uno che costa meno?”
“Hollande, e tutti i suoi collaboratori dovrebbero concentrarsi di più sui problemi della sicurezza e a tal fine credo che una vita spartana gioverebbe molto alla loro visione dei problemi e a un giusto impiego del loro tempo.”
“E l’immagine di un capo di Stato?”
“Ottantaquattro bare offuscherebbero anche quella di un Napoleone redivivo alto un metro e ottanta, con la zazzera di Gerard Depardieu, e vincitore sugli inglesi.”
“Sì, però …”

“Ci porta altri due caffè per favore?”
“Uno solo, per me un succo di pomodoro, grazie”.

“La Turchia in Europa è la fine dell’Europa”     Claudio Susmel

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