Brexit. Farage sfiata il suo veleno nell’aula del Parlamento europeo (e non solo)

I nipotini di W. C. e quelli dei Beatles
Cavet Europa ne decipiatur

Il deputato del Regno Unito Farage ha sfiatato veleno nell’aula del Parlamento europeo, riunito in sessione straordinaria per discutere sul da farsi post referendum britannico, ricordando che si era ripromesso di portare il Regno Unito fuori dalla Unione Europea e che ci è riuscito.
Lo ha fatto con irridente sfrontatezza non dimenticando di profetare con sinistro ghignare che altri Stati usciranno dalla Unione Europea.
Nel frattempo il primo ministro Cameron non ha attivato la procedura d’uscita del Regno Unito dalla U. E., professando flautando promettendo amicizia collaborazione alleanza accordo con l’Unione Europea.
Com’era prevedibile.

Attenzione a questo veleno che Farage con incoscienza totalmente temeraria rispetto all’aeronautica nuclearizzata russa (ex sovietica ma non troppo), ha versato nelle orecchie dei parlamentari europei e in quelle degli elettori dei paesi europei tarlati da partiti che, pur di giungere al potere nei propri Parlamenti nazionali, non esitano a proporre uscite dalla Unione Europea che comporterebbero lo stesso disastro istituzionale, politico, economico e sociale che incombe sulle isole dell’arcipelago anglo irlandese.
Attenzione a chi abbonda di complimenti e intanto vuole soltanto rubare o rompere le uova nel paniere altrui.
Il Parlamento Europeo, i Governi degli stati nazionali europei, i grandi agglomerati urbani della Penisola non trattino alcunché fino a quando il Regno Unito non avrà attivato la procedura di uscita dall’Unione Europea.
Il veleno di Farage e di Cameron è lo stesso, prodotto com’è da una visione egoistica della vita politica delle nazioni. E’ miserabile ma potentissimo. Non sottovalutiamolo; ricordiamoci che i loro avi lo hanno sempre usato per sottomettere o dividere altre nazioni.

I problemi per loro invece nascono oggi dal fatto che nell’arcipelago anglo irlandese abitano ormai discendenti di due distinte famiglie: i nipotini di W. C. e quelli dei Beatles.
I primi sognano ancora un’Impero perso già dal 1946, mentre i secondi credono nella canzone comunitaria cantata dagli unici scarafaggi amati nel mondo: “All you need is love”.
Progetto politico umanitario dal quadro normativo non molto dettagliato ma confortante perché volto al futuro.

Il resto è stupro della Storia.

 La Turchia in Europa è la fine dell’Europa    Claudio Susmel

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