Per parlare con gli immigrati usiamo solo la loro lingua madre e l’italiano

Bar Spread
Eiusdem esse linguae a morte eripit

Al Bar Spread, un signore con cappello e uno studente di Storia e Filosofia con bicicletta sfogliano alcuni quotidiani.

“Per parlare con gli immigrati dovremmo usare solo la loro lingua madre e l’italiano.”
“E il latino magari.”
“In seguito perché no?, lo parlavano e lo parlano anche in Africa.”
“Sì, va be’. Perché solo l’italiano?”
“Perché è la lingua della nazione che li accoglie, che dalla morte li toglie.”
“Già dall’arrivo?”
“La primissima accoglienza, sulle navi, può essere fatta parlando anche altre lingue, poi subito la scuola per stranieri, o per lo meno un vocabolario a testa.”
“Per quale scopo?”
”Perché ricordino che è la loro seconda lingua madre quella della nazione che gli ha conservato la vita, e siano per questo riconoscenti all’Italia, almeno con la memoria.”
“E diffondendola amplino l’influenza della cultura italiana nel mondo.”
“Perché, con quello che spendiamo per accoglierli, sarebbe un guadagno illecito, un peccato?”
“No, però …”

“Ci porta altri due caffè per favore?”
“Uno solo, per me un succo di pomodoro, grazie”.

Claudio Susmel

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Navi, funzionari e poliziotti europei per trasformare l’Italia in un gigantesco campo di concentramento

Bar Spread
Quia admirari?

Al Bar Spread, un signore con cappello e uno studente di Storia e Filosofia con bicicletta sfogliano alcuni quotidiani.

“Pare che per accettare nel resto del Continente una parte dei migranti presenti in Italia, l’Europa voglia che siano i funzionari della Comunità Europea a controllare i principali centri di identificazione.”
“In tutti i campi europei?”
“Si è parlato solo di quelli italiani.”
“Be’, magari un po’ confusamente, ma si fa strada il principio di sovranità federale europea.”
“Le sentinelle (vedette) sulle torrette delle navi della missione europea in Mediterraneo segnalano i barconi dei migranti lungo i confini marittimi a ovest a sud e a est dell’Italia per imbarcarli e sbarcarli poi nella nostra nazione.”
“Li soccorrono.”
“Quelle sentinelle (vedette) verrebbero coadiuvate dalle sentinelle (funzionari) transalpine che si vogliono istituzionalizzare nei centri di smistamento con sede all’interno dei confini d’Italia.”
“Li assisterebbero.”
“Altre sentinelle ancora (forze di polizia) invece rigorosamente nazionali, francesi, svizzeri, austriaci,  già oggi chiudono il confine terrestre dell’Italia sulle Alpi.”
“Dove vuole arrivare?”
“E’ una trappola perfetta per l’Italia, che verrebbe così trasformata in un immenso  campo di concentramento.”
“Sì però …”

“Ci porta altri due caffè per favore?”
“Uno solo, per me un succo di pomodoro, grazie”.

Claudio Susmel

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Assembramento di centinaia di immigrati alla stazione ferroviaria di Milano

Bar Spread
Né Vespasianus quidem

Al Bar Spread, un signore con cappello e uno studente di Storia e Filosofia con bicicletta sfogliano alcuni quotidiani.

“Assembramento di centinaia di immigrati alla stazione ferroviaria di Milano.”
“Poveracci.”
“Chi?, i bambini residenti che devono prendere il treno per andare a scuola?”
“Ma no!, e perché poi i bambini sarebbero a rischio?”
“Perché il loro fisico non ancora formato è costretto a venire a contatto con quei senza fissa dimora dalle condizioni sanitarie non accertate o dubbie.”
“Che le accertino!”
“Per la strada?”
“Allestiscano un presidio sanitario.”
“Efficiente quanto gli ospedali? E le condizioni igieniche?, dove soddisfano i loro bisogni fisici più elementari quelle centinaia di immigrati?”
“Nei servizi igienici della stazione.”
“Ma via, neanche Vespasiano in persona riuscirebbe a evitare il travaso.”
“Sì però …”

“Ci porta altri due caffè per favore?”
“Uno solo, per me un succo di pomodoro, grazie”.

Claudio Susmel 

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