17 – Paragrafo correlato sul rapporto tra il principio del confine naturale e il bilinguismo

Ai fautori del plurilinguismo statuale
perché ricordando che è perfettamente compatibile con i confini naturali italiani
non si facciano ingannare dai falsificatori della Geografia e della Storia
Ad Alpes

11 dicembre 2025

Il diciassettesimo paragrafo dal saggio:

 Confini naturali e confini politici
per la Venezia Giulia e per la Dalmazia
nelle trattative
tra il Regno d’Italia, la Triplice Alleanza, l’Intesa, e l’Associato
(1914 – 1920)

17 – Paragrafo correlato sul rapporto tra il confine naturale e il bilinguismo
Con riferimento alla malaugurante ma realistica battuta del politico britannico, è bene precisare che il confine naturale nulla ha a che vedere col monolinguismo imposto statualmente.
Perciò al fine di ritardare per quanto possibile una futura guerra tra stati, che spesso identificano il nemico con chi parla una lingua diversa dalla maggioritaria propria, il bilinguismo o plurilinguismo va sostenuto con forza, soprattutto nelle zone statuali di confine. Nello specifico, per correlazione all’oggetto di questo saggio, si tenga presente che la lingua  italiana sui territori a occidente delle Alpi Giulie e delle Alpi Dalmatiche è comunque patrimonio irrinunciabile dell’intero bacino adriatico.

Un esempio di “prevenzione” culturale plurilingue includente la lingua italiana, che va difeso e fortificato,  è quello presente incisivamente in parte dell’Istria; mentre una sosta del pensiero più marcata viene spontanea sul lavoro impegnativo che attende gli operatori culturali per la promozione e l’incentivazione della “prevenzione” plurilingue in Dalmazia. Qualsiasi ipotesi di confine e di identità politica venga comunque praticata in futuro per la Dalmazia, che venga inclusa o no, in parte o del tutto, nei confini italiani o di altri stati, un plurilinguismo perfetto e internazionalmente garantito su tutto il suo territorio che includa la lingua italiana e una o più lingue del ceppo slavo, sembra comunque l’unica via percorribile per quella fascia costiera adriatica che va dal passo di Vrata al fiume Boiana. Perché darebbe voce, nel senso anche letterale del termine, ai popoli che nel corso dei secoli più frequentemente su quelle terre si sono incontrati e scontrati. Perché rappresenterebbe una sorta di continuità linguistico culturale che compenserebbe la eventuale mancata coincidenza dell’amministrazione politica statuale con l’intero suo territorio naturale; mancata continuità politica registrata dalla storia e dalla cronaca, che potrebbe riproporsi in futuro con chissà quali altre forme.
La continuità linguistico culturale rappresenterebbe in Dalmazia, per i suoi popoli e per i suoi governi, un minimo comune denominatore contra limites.

P.S. Ciascuno dei paragrafi impaginati, compreso questo ultimo a chiusura del saggio, potrà essere riprodotto a titolo gratuito in qualsiasi forma, cartacea o non cartacea, alla sola condizione di indicarne la fonte: OBLO’  – www.claudiosusmel.it

“Leva civile e militare obbligatoria in Italia”  Claudio Susmel

1924 – 2025
Centounesimo anniversario dell’annessione di Fiume all’Italia
Memoria Patriae prima vis

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