Fantalmanacco 2019
Spes prima dea
Dicembre 2018
Rinsalda il cuore pensare che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella continuerà a indossare compostamente il suo gilet, suggerendo così agli sbracalati di turno di sbracalarsi un po’ meno di quanto abbiano fatto nel 2018, e soprattutto di evadere meno oltre che da un abbigliamento e un comportamento composti, dalle linee guida di un bilancio statale che non faccia impallidire dalla vergogna Quintino Sella e i suoi allievi.
Non sembrerebbe infondato, ultimamente, ritenere che il Presidente del Consiglio Conte gli darà una mano.
Il Ministro dell’Istruzione otterrà forse l’abolizione dei mercanteggiabili bonus cultura, devolvendo il risparmio così ottenuto a favore di insegnanti di sostegno e di servizi logistici vari per gli scolari alunni studenti con abilità non pienamente sviluppate.
I lavori della Torino – Lione verranno completati perché l’Italia rispetterà il principio Pacta sunt servanda, così importante per non perdere la credibilità internazionale.
Del reddito di cittadinanza e di qualsiasi altro reddito di sostegno economico a qualsiasi titolo erogato, verrà privato chiunque rifiuterà una proposta di lavoro da svolgersi entro una distanza chilometrica dal luogo di residenza del beneficiario congrua rispetto all’importo assegnato.
Potrà andare in pensione chiunque avrà compiuto 65 anni.
Il Ministro del Tesoro otterrà il rientro in Patria dei lingotti e della monetazione aurea di proprietà italiana custoditi nei caveau di Stati Uniti e Regno Unito.
Non è dato sapere se il Ministro degli Esteri Moavero riuscirà ad ottenere la revisione del principio di Dublino, o si acquieteranno i timori nazionali per un’immigrazione selvaggia fino a fargli dimenticare che l’emergenza è stata superata pragmaticamente, ma senza una base legale internazionale sulla quale posa basarsi in futuro l’azione politica italiana.
Resta dubbio ipotizzare che il Ministro degli Interni Salvini si impegnerà nel rafforzare e rendere più efficienti i poteri centrali dello Stato, o lascerà che le autonomie regionali da lui fortemente sponsorizzate evolvano in abbietto antistorico pericolosissimo frazionamento confederale di staterelli italofoni facilmente fagocitabili da ottanta milioni di tedeschi con il pronto soccorso dei loro camerieri.
Ancora più dubbio riuscire ad avere un Ministro della Difesa che ottenga un aumento del bilancio per il rafforzamento delle Forze Armate, riducendo contestualmente i contingenti impiegati in Missioni extra Mediterraneo per presidiare maggiormente l’Adriatico meridionale e il Canale di Sicilia.
Sì, è un auspicato programma politico piuttosto didascalico.
Lo è stato però per decenni anche l’ancor più semplice ottocentesco “Viva l’unità d’Italia”, eppure il 17 marzo 1861 divenne realtà, facendo coincidere per un buon 80% la didascalica programmazione politica di quel grido con i confini naturali d’Italia.
E così eccoci qui, litigiosissimi, eppure, a modo nostro, uniti.
Che facciamo ora?, ci fermiamo?, o miglioriamo il tutto?
Buon lavoro Italia.
Per il prossimo anno e per i prossimi tremila anni.
Claudio Susmel
OBLO’ TORNA DOPO LE FESTE
BUON NATALE E BUON ANNO A TUTTI I LETTORI
E PER I PROSSIMI TREMILA ANNI A TUTTI I NOSTRI NIPOTI