Il gilè di Mattarella e gli sbracati sanculotti

Perché la cravatta piace a Seneca
Seniores priores

Da qualche parte Seneca scrisse che poteva anche andar bene cominciare col mettersi una maschera sulla faccia, perché piano piano quell’apparenza sarebbe penetrata nell’anima.
Sembra che questo valga anche per il “giacca e cravatta”, strumento visivo obbligatorio una volta per presentarsi agli appuntamenti istituzionali o comunque importanti, che stava a significare per l’indossatore di turno il suo impegno a osservare i dettami della decenza in ogni suo comportamento.

Una pletora di scamiciati che vorrebbe forse evocare i sanculotti della Rivoluzione francese – finita nel sangue e nel delirio sotto la altrettanto sanguinaria delirante dittatura del vanesio arrampicatore sociale Napolione Buonaparte – si propone a telecamere e fogli vari con spurghi orali di dubbia valenza semantica e rabberciate ululanti smorfie da dilettanti della Commedia dell’Arte, per acchiappare i voti di italiani ritenuti ignoranti e sprovveduti quanto i loro incoscienti aizzatori.
Potrebbe non essere così.
Non per gli anziani innanzi tutto, che hanno vissuto i drammi non solo economici vissuti in passato dall’Italia, o che hanno bene i mente i racconti di guerra  ascoltati dai loro genitori.
Non per tutti coloro che dopo essersi infuriati per le aliquote Irpef e il restante gravoso bagaglio fiscale che incombe su chi si ostina a voler comportarsi da patriota concreto ogni anno, e non solo al bar dove per altro in tanti sono usi scivolare accortamente in coda in vista del conto collettivo presentato alla raccogliticcia compagnia di amici del giorno.
Non per coloro che avvertono la totale mancanza di solidarietà dell’Europa nei confronti dell’Italia per quanto riguarda i problemi dell’immigrazione – con in testa Macron che predica amicizia italo francese con i media attuando il più stolido nazionalismo gallico a Ventimiglia e nel Mediterraneo – ma che vogliono combattere per rimuovere gradualmente le cause del problema e non la geografia, provando a trasformare il continente europeo in una Federazione Europea.
Non per coloro che amano la propria Patria, l’Italia, ma sanno per aver letto qualche quintale di libri di storia, che bisogna talvolta subire un affronto – senza dimenticarlo – salvo presentare all’offensore il conto – senza sterile cafona vendetta – al momento opportuno e non con dilettantesca improntitudine.
Non per coloro che volevano veramente un cambio alla guida della nazione, e che invece vedono gli esponenti del mancato Governo proposto in questi giorni, slegato e tutt’altro che stellare, riuscire in un progetto ritenuto fino all’altro giorno impossibile: resuscitare il PDI; già, in questi giorni Gentiloni e compagni (quasi tutti) appaiono come equilibrati professionisti della politica e strenui difensori della Patria.
Gli esempi potrebbero continuare.

Signor Presidente della Repubblica, continui a portare giacca, cravatta e gilè.
Stia sicuro che gli italiani alla lunga preferiscono la quiete operosa e istituzionalmente e giuridicamente impeccabile, e non si preoccupi mai neanche per un secondo delle battute del tipo “Mattarella in discoteca: l’ossimoro perfetto”.
Il Presidente di una nazione di sessanta milioni di abitanti non lo stimiamo per quel che sa fare in discoteca o su un podio.
Ci interessa che sia giornalmente cauto nel trattare gli affari della nostra Patria senza fare il passo più lungo della gamba ma che, quando è il momento, sappia rivendicare la dignità per l’Italia; a proposito, l’informazione ricevuta è sbagliata o risponde al vero che dopo che il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump non venne a riceverla all’aeroporto, lei ricambiò senza lagne il succinto cerimoniale del ricevimento replicandolo, mandando cioè a sua volta altri a riceverlo una volta sbarcato lui in Italia?

Continui a stare con la sua esperienza davanti ai suoi concittadini italiani (non sopra e non a fianco): seniores priores. 

Servizio obbligatorio di leva civile in Italia   Claudio Susmel

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