Il Ministro degli Esteri si ricorda
che i confini d’Italia arrivano al Brennero
Dulcissimus solum scilicet in fundo
Il ministro degli Esteri Angelino Alfano, saputo dell’invito rivolto ai consiglieri provinciali italiani dell’Alto Adige e all’Ambasciatore italiano a Vienna per la partecipazione a una riunione convocata dal cancelliere austriaco Kurz, al fine di esaminare la possibilità di dare anche un passaporto austriaco a cittadini italiani altoatesini, ha emesso un comunicato col quale ha deciso – con inusuale opportuna fermezza – che l’Italia non parteciperà all’incontro.
Ha dato istruzioni all’ambasciatore d’Italia di non prendere parte alla riunione sulla proposta della doppia cittadinanza per la popolazione di lingua tedesca e ladina dell’Alto Adige; qualsiasi discussione sul tema dovendosi tenere eventualmente solo tra Roma e Vienna, e non con una Provincia della Repubblica italiana.
Si presume con certezza che il Ministro abbia così voluto rinunciare alla sua precedente non luminescente evanescenza, pensando ai tanti tedescofoni che risiedono a ridosso del displuvio alpino di confine italo austriaco.
Il ritrovato Ministro degli Esteri Angelino Alfano ha ribadito il fatto che Bolzano non è titolata a negoziare al pari della Repubblica Italiana, ed ha ricordato la grande tutela delle minoranze in Alto Adige, le relazioni bilaterali e la comune appartenenza di Italia e Austria alla Unione Europea, e lo statuto di autonomia altoatesina.
Ha aggiunto poi che si opporrà prontamente con ogni possibile misura ad un atto che violerebbe il diritto internazionale, sottolineando infine il principio dell’unità e della indivisibilità dello stato italiano.
Il ministro degli Esteri Angelino Alfano dunque esiste, e si ricorda che il territorio italiano confina con quello austriaco al Brennero, non a Salorno.
Il centenario della vittoria italiana del 1918 a Vittorio Veneto deve avergli ricordato che chiudere quella porta di casa a impiccagioni, stupri, razzie artistiche e vessazioni d’ogni tipo costò alla sua e nostra Patria oltre 600.000 (seicentomila) morti.
Se il signor Ministro degli Esteri si fosse ricordato che anche la sua Regione di nascita è una ianua Patriae e avesse tirato su il ponte levatoio sul Canale di Sicilia per bloccare l’invasione degli stranieri dal sud, forse non vi sarebbe affondato anche il barcone del suo partito.
Comunque grazie per questo scampolo di ritrovata dignità istituzionale.
Ora il Ministro e/o il suo successore stiano bene attenti a non concedere nulla di più di quanto è già stato imprudentemente concesso in Alto Adige all’Austria; cadrebbero nella consueta trappola politico normativa che dal dopo guerra in qua viene periodicamente attrezzata, consistente nel chiedere “dieci” per ottenere “tre”: basterà attrezzarne quattro di queste trappole ed ecco che l’Austria avrà ottenuto “dodici”.
In Alto Adige si presentino invece proposte di legge volte a diminuire le differenze di trattamento tra i cittadini italiani di lingua tedesca e quelli di lingua italiana, si rimuovano i cartelli scritti solo in tedesco, si trasferiscano ove possibile nuclei di italofoni, in divisa e no.
Per presidiare quel confine che Cesare Battisti denominò Ianua Barbarorum (Porta dei Barbari).
“Servizio obbligatorio di leva civile in Italia” Claudio Susmel
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