Brexit. Theresa May(flower) ha sbagliato rotta

Non si dirige verso un nuovo mondo ma verso uno vecchio e noioso
In praeterito tempore tempus ponet qui tempus terere vult

Nel settembre del 1620 un centinaio di abitanti dell’arcipelago anglo irlandese si imbarcarono su nave Mayflower e due mesi dopo sbarcarono in America settentrionale.
Cercarono e trovarono un mondo nuovo.

Nave Mayflower diresse la prua verso un mondo nuovo per sottrarre i suoi passeggeri a persecuzione religiosa e per dare loro più ampio spazio.
Theresa May(flower), da nessuno perseguitata, dopo aver provato ad accostare alla banchina del nuovo mondo europeo, si invece è arresa alle ciarle di elettori privi di futuro anagrafico e di letture diverse da Kipling, e dirige ora verso un passato che gli imbalsamati elettori conservatori immaginano ancora esistente.
Come se non bastasse la mediocrità maggioritaria nella base elettorale britannica, ascoltando alcune televisioni di lingua inglese si è sentito l’altrettanto  mediocre David Cameron rievocare la battaglia della Somme combattuta insieme da britannici e francesi, nell’abbondantemente trascorso secolo ventesimo, contro i Germans, termine quest’ultimo pronunciato dallo spericolato ex primo ministro britannico con una qualche veemenza; gli ha fatto eco Theresa May(flower), evocando nel suo incontro parigino con Hollande la sintonia politica tra UK e Francia, anche questa orchestrata nel secolo abbondantemente scorso.

Gentile signora May(flower) torni al suo Remain in EU, e invece di provare nostalgia per un secolo trapassato e per un Impero che non c’è più – dal 1946 – alzi la testa a guardare oltre l’atmosfera e cerchi di conquistarne uno nuovo: su Plutone, Marte o Giove, oppure sulla galassia X2Tizia, H23Caia o W3Sempronia. L’Universo ne abbonda, e se ci fa caso ci provano a conquistarle gli Stati uniti d’America, di Russia e della Repubblica Popolare Cinese; dia un’occhiata al loro numero di abitanti e di chilometri quadrati: solo una indilazionabile Federazione Europea può provare a competere con questi poderosi assemblaggi statuali, ed è comunque già abbondantemente in ritardo ideale e organizzativo.
Mettersi insieme, e sopportarsi, è esattamente ciò che a suo tempo hanno fatto Inghilterra, Scozia, Galles & c.: si sono assemblati nel Regno Unito, che allora sì era sufficientemente vasto e popolato per contare più di qualcosa sul pianeta Terra.

Congratulazioni per la sua nomina a Primo Ministro signora May(flower), ma non continui a sbagliare rotta, la inverta e diriga – legalmente – dove il suo buon senso le aveva suggerito di far vela prima del risultato ottenuto dalla maggioranza alla naftalina dei pro Brexit, maggioranza dei votanti non del suo intero popolo.
Consideri inoltre che l’attuale navigazione lontano dalla Unione Europea è resa incerta  dalle prese di posizione contrarie di tanti politici britannici che le remano contro, ed è avversata sulla scena internazionale anche dalle opinioni formulate da alcuni rappresentanti di stati membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U.

Se però lei ritiene che il rispetto della legge la obblighi a pilotare fino al divorzio dalla Comunità Europea, aumenti subito la velocità di navigazione contrattuale e appena concluso il giro di boa presenti subito domanda di riammissione.
Non è proibito dai trattati.

La Turchia in Europa è la fine dell’Europa    Claudio Susmel

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